mercoledì 23 maggio 2012

i miei 10 motivi per cui la mafia è peggio di un tumore




Ricordo quando, quasi vent’anni fa, mentre mi trovavo davanti alle macerie di Via dei Georgofili , una mia amica danese mi chiese se era stata la mafia l’ artefice di quella distruzione, con il tono di chi sa bene che l’Italia era riducibile a pizza, mafia e mandolino. Ricordo che provai una certa vergogna nel doverle dire di sì e lei mi rispose con il solito luogo comune secondo sui la mafia è il cancro dello Stato.
Per la prima volta, allora, elaborai un pensiero che ho poi sviluppato nel corso di questi anni: la mafia non è il cancro dello Stato. È peggio.
Ora vi dico i 10 motivi che mi fanno dire questo:

1.     Nell’avere un tumore non c’è nulla di cui vergognarsi. Nell’essere mafioso sì.

2.     Non scegli di ammalarti di tumore, ma scegli di essere un mafioso. Un tumore ti capita e non puoi rifiutarti di averlo. Ma alla mafia puoi dire no.


3.     Non esiste una cultura cancerogena, ma una cultura mafiosa sì. E, anche se non tutti abbiamo un tumore, tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo trovati di fronte a esempi di cultura mafiosa.

4.     Se hai una metastasi, non ti dicono: “hai delle infiltrazioni tumorali nei tuoi organi, ma completamente scollegate tra loro”. Nel nostro paese ci sono una miriade di amministrazioni comunali che presentano infiltrazioni mafiose, ma alcuni partiti continuano a dire che “la mafia al nord non c’è”.


5.     Nella ricerca contro il cancro si sa chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Nessuno collude con un tumore. Solo un mafioso, o una persona che ha comunque una cultura di quel genere, può mettere il proprio profitto sopra la salute altrui.

6.     Nel caso del tumore. Gli unici che prestano giuramento sono i medici, cioè chi combatte il tumore, anche secondo le ultimissime ricerche, non esiste alcuna forma di giuramento di fedeltà da parte delle cellule tumorali.


7.     Non mi risulta che lo Stato sia mai sceso a patti con il tumore. Inoltre, se un politico ha un tumore si ritira o si fa curare, se è accusato di mafia, resta al suo posto per difendere la propria immunità.

8.     Un tumore non ha mai depredato la nostra meravigliosa lingua di due splendide parole come ONORE e RISPETTO, facendole sue senza alcun diritto. Invece noi abbiamo un sacco di uomini di (dis) onore che (non) meritano rispetto.

9.     Un tumore non è infettivo, una persona malata non contagia chi gli sta intorno con la sua malattia. Un mafioso rovina chiunque lo circondi. Un tumore, non ti “fa un’offerta che non puoi rifiutare.”

10.                        I farmaci anti cancro non rischiano di esplodere per il solo fatto di esistere. Invece, vent’anni fa …

Quindi, per favore, non mi dite più, che la mafia è il cancro dello Stato, i malati di cancro non meritano di essere paragonati ad una delle più orride aberrazioni umane.
Falcone diceva che la mafia è un fatto umano e, come tale, ha avuto un inizio e avrà una fine. Per, quanto mi riguarda, le persone oneste, non si sono ancora estinte.
Infine: vent’anni fa la gente di Palermo scese in piazza con una fiaccola in mano per testimoniare il proprio dire no alla mafia. Ci mise la faccia. Se permettete, chiedermi oggi di mettere la foto di una candela nel mio stato di Facebook, non è la stessa cosa.

4 commenti:

  1. credo, temo, che le manifestazioni contro la mafia, la discesa in piazza di bandiere e sigle, non serva a nulla se non a quietare gli animi. Chi deve/vuole/può fare qualcosa contro la mafia, questo concetto che pare astratto come le parole Stato e Chiesa, lo fa senza troppe pubblicità. Falcone è stato osteggiato ed isolato dagli stessi colleghi che oggi si riempiono la bocca con parole come combattere, resistere, contrastare.
    Ancora una volta temo che ci sia bisogno di FATTI concreti da parte dei funzionari, ma finchè politici condannati per mafia siederanno al senato e alla camera ... finchè mafiosi riconosciuti saranno protetti dal Vaticano ... resteranno parole vuote.

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    1. Le manifestazioni a cui faccio riferimento sono Quelle che i siciliani stessi fecero in quei giorni, consapevoli di rischiare delle rappresaglie. Furono atti di coraggio fatti da persone comuni, non semplici manifestazioni.
      Purtroppo restarono in buona parte isolate proprio per colpa di quello stato che oggi si rifiuta di ammettere che la mafia si sta infiltrando al nord in modo capillare.
      Tempo fa ho scritto un post in memoria di Libero Grassi che penso si possa collegare a questo:
      http://veliaergoest.blogspot.it/2011/08/libero-grassi-liberi-tutti.html

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  2. interessante, era un post che non avevo letto.
    I pensieri a cui mi riferivo nel commento, sono ben riassunti qui (click)

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    1. ed è un ottimo riassunto direi!
      Come sempre più spesso vedo, c'è un forte scollamento tra le persone "per bene" (mooooolto diverse dagli uomini di (dis)onore) e i politici...

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