domenica 9 ottobre 2011

Milena la Murena


Tutti gli anni la stessa storia. Con l’arrivo della stagione dell’acqua calda arrivano anche loro. A volte mi trovo a sperare che il mare rimanga freddo per non doverli sopportare. È inutile, è più forte di me: io i terresti non li sopporto proprio. Sono creature inutili. Non sanno come ci si comporta in un ambiente civile, non hanno un briciolo di educazione e di rispetto.
Tutte le volte è così: li sento arrivare con quelle specie di conchiglie enormi che emettono un rumore assordante e creano un sacco di bolle, come se la cosa non fosse di alcun disturbo per noi, e quindi si tuffano. Guardare la loro mancanza di stile e di grazie mi fa rigirare le pinne.
I terrestri non sanno neanche nuotare bene: al posto delle pinne hanno delle lunghe protuberanze a cui attaccano delle cose strane simili alle zampe palmate dei volatili di colori assurdi (i terrestri hanno sempre colori assurdi) e che iniziano a muovere in varie direzioni in modo scomposto. Nessuno sa come funzionano quelle strane zampe perché se le mettono solo in acqua. Alcuni miei conoscenti mi hanno assicurato di aver visto che quando tornano a riva se le tolgono. Devo dire che io sono abbastanza lontana dai bassi fondi della riva e qui i terrestri arrivano solo con le protuberanze e le conchiglie.
E poi bisognerebbe discutere del loro comportamento. Anche quando non sono pericolosi, perché bisogna dirlo a chiare lettere: i terrestri sono dei predatori ferocissimi, riescono ad essere sempre e comunque inopportuni.
Intanto bisogna spiegare che queste creature si dividono in tre categorie: quelli che arrivano giù con il fucile ed ogni tanto devono riemergere (e sono quelli più pericolosi), quelli che ti guardano dall’alto (ma io di questi ne ho visti davvero pochi) e quelli che scendono e ti vengono a spiare e basta. Alcuni di questi hanno anche una strana roba addosso nella schiena che fa emettere loro tante bolle (sempre quelle odiose bolle). Devo dire che quelli che fanno le bolle riemergono molto meno di quelli che non fanno quasi bolle. Con gli anni sono giunta alla conclusione che fare le bolle serva loro per sopperire alla mancanza delle branchie. Sì perché bisogna dire dei terrestri che sono pure sprovvisti di branchie, ma che, nonostante questo handicap, continuano a venire a rompere le pinne a noi creature che del mare ne siamo i legittimi abitanti. Vorrei vedere se anche noi cominciassimo a salire a terra e a comportarci come si comportano loro con noi!
Ne ho visti alcuni che sparavano, dico sparavano, ad un mio cugino non si sa bene per quale motivo. Lui non aveva fatto niente di male: era uscito dalla mia tana dopo una visita di cortesia e LORO si sono permessi di fare una cosa del genere. Fortunatamente non l’hanno preso e sono dovuti tornare in superficie, ma per noi è stato davvero un brutto colpo, voglio dire: abbiamo sfiorato la tragedia!
Anche quelli che non ci sparano addosso non sono poi così simpatici. Loro, magari,si sentono buoni e bravi solo perché non ci fanno del male fisico, ma sono così maleducati! Arrivano con dei cilindri che emettono una luce fortissima e spiano nelle nostre tane come se a noi dovesse fare piacere! Ma io dico!!! Ma che modi!!! Io mi permetto forse di andare in casa loro a guardare dappertutto? Ma qualcuno si è mai preso la briga di chiedere il permesso?
A me è capitato un paio di volte: una volta ero in casa, ma stavo uscendo, e loro hanno sparato la luce dentro facendomi rintanare anche di più per la paura. E loro che hanno continuato come se niente fosse a illuminare la mia tana cercando, credo,di farmi uscire. Come se io fossi nata ieri e cascassi facilmente in quei loro trucchetti idioti. Un’altra volta, invece, ero fuori, stavo rientrando e me li sono trovati davanti alla mia tana che sparavano dentro la luce. Fortunatamente non avevo nulla di valore in casa, perché quelli, nella loro ignoranza, sono capaci di distruggere qualunque cosa, e mi sono nascosta tra le poseidonie sperando di passare inosservata. Speranza vana: mi hanno puntato la luce contro e mi hanno seguito con lo sguardo fino a quando non sono andata a nascondermi nell’anfratto più nascosto della mia tana.
A Otto, il polpo che abita sul fondale sotto di me, hanno addirittura tolto il tetto dalla tana! E pensare che lui ci aveva messo almeno due giorni per costruire la sua tana in quel modo e doveva ancora finire di arredarla! Era proprio depresso, la sua sola consolazione è stata che non si gli hanno fatto del male. Perché i terrestri sono capaci di arrivare qui, distruggerti la tana e quindi cercare di ucciderti. E se provi a difenderti ti senti pure dire che sei un animale pericoloso! Perché loro cosa sono allora?
Io posso anche capire che la terra non sia bella come il mare e che anche loro sentano la necessità di godere un po’ delle nostre meraviglie, ma faccio presente che nessuno di noi è salito in superficie a guardare il loro modo di vivere. Tutti quelli che sono saliti l’hanno fatto a causa loro e quasi nessuno è più tornato. E di quei pochi nessuno è tornato sano. Nella migliore delle ipotesi i superstiti alla terra arrivano che sono impazziti, ma non hanno problemi fisici. Altrimenti tornano feriti anche fisicamente, e spesso di questa esperienza ci muoiono. Dicono che la terra sia un posto orribile dove non è possibile respirare e solo se si è  molto fortunati si sopravvive.
Io credo che sarebbe ora che noi creature del mare, di fronte a questo scempio, iniziassimo a ribellarci e a imporre maggiore educazione e rispetto nei nostri confronti.

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