venerdì 10 giugno 2011

e domenica dirò sì!


Vi avviso subito: questo non è un articolo, è un lenzuolo, e potrebbe anche essere piuttosto noioso; quindi siete anche liberi di non leggerlo, basta che domenica andiate a votare come dico io!
Come spero sappiate tutti, domenica si va a votare a un referendum. Dico spero perché ho notato una certa, e oserei dire colpevole, mancanza d’informazione da parte dei media. Aggiungerei comprensibile mancanza d’informazione perché siamo governati da una maggioranza che ha tutti gli interessi affinché ce ne rimaniamo a casa.
Siccome in questi giorni ne ho sentite di stupende, ho deciso di scrivere quello che penso a proposito dei quesiti e spiegarvi le ragioni dei miei voti. Intanto il referendum è abrogativo e quindi, come il solito, per mantenere la legge bisogna dire NO e viceversa. Questa è una cosa che noi donne possiamo capire molto facilmente: avete presente? È come quando il partner ci chiede “cos’hai?” e noi rispondiamo immancabilmente “niente”, per dire “ho un mondo di cose che non vanno”. Insomma: se i decreti in questione non vi sembrano giusti, dovete votare SI’ altrimenti NO.
Personalmente trovo questo referendum davvero stupido. Sia chiaro: non credo che le domande che ci vengano poste siano stupide e quindi indegne di essere prese in considerazione, ma trovo inconcepibile il fatto che dobbiamo decidere circa leggi che, secondo me, non sarebbero mai neanche dovute essere promulgate. Quindi domenica uscirò e mi recherò alle urne a votare domande intelligenti su decreti stupidi perché questi spariscano. Alla faccia del governo.
Adesso vi posto le domande esatte, ma prima vi voglio far notare che due su quattro sono riferite allo stesso decreto: il n.112 del 25 giugno 2008. Insomma sprecheremo due fogli di carta a elettore (quindi quasi 100.000.000 di fogli, l’Amazzonia ringrazia) per togliere parti di uno stesso decreto legge. Qualcuno (io, ad esempio) potrebbe anche pensare che si poteva ponderare meglio prima certe questioni.

DOMANDA N°1: SERVIZI PUBBLICI PRIVATIZZABILI – DICO NO ALLE ECOMAFIE E AI SUOI ANNESSI

"Volete Voi che sia abrogato l'art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria", convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia", e dall'art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea", convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?"

Io ho letto e riletto la domanda, sono andata a studiare anche questo caspita di articolo 23-bis e mi è parso di capire una cosa importante: non si parla solo di acqua! In questo bel decreto si lascia che i privati entrino con le loro aziende nel settore pubblico anche per quanto riguarda l’energia, lo smaltimento dei rifiuti e altri servizi di pubblica utilità. Leggendo il burocratichese, lingua per me assai ostica, mi è parso di capire che il settore sanitario ne è escluso perché non sarebbe un settore economicamente strategico. Insomma, se ho capito bene, cancellando quest’articolo non si eliminerebbero i privati solo dalla gestione dell’acqua, ma anche dallo smaltimento dei rifiuti per esempio. Non so voi, ma io ho come la vaga sensazione che anche la camorra e le altre mafie siano d’accordo con il governo circa l’idea di non andare a votare o, al massimo, a votare NO … e, non so voi, ma a me questo sembra già un buon motivo per votare SI’.
I promotori del NO sostengono che, con l’ingresso dei privati, la rete idrica italiana, cha attualmente è allo sfascio, migliorerebbe. Mi permetto di far notare che questo decreto è in vigore da tre anni e che il sistema idrico è rimasto pressoché inalterato, quindi direi che non mi sembra granché come argomento.

DOMANDA N°2 – INVESTIMENTI SULL’ACQUA: IO NON SONO PRIVATIZZABILE NEANCHE AL 65%!

"Volete Voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?"

Questo è il vero nodo sull’acqua. Mi sono andata a leggere il decreto n.152 e, in pratica, quello che ci chiedono è se siamo d’accordo sul fatto che i privati, o il pubblico se viene abrogato l’articolo 23-bis, ma rimane questo, possano aumentare la bolletta dell’acqua in base agli investimenti fatti. Siccome il settore è decentralizzato, questo significa che il costo dovrebbe cambiare in base alla zona e quindi in base agli investimenti fatti. Mi spiego: in una situazione in cui l’acqua è privatizzata l’azienda X che investe 100 nell’entroterra siciliano (zona soggetta a desertificazione) può chiedere al cittadino di pagare molti più soldi rispetto all’azienda Y che investe dieci nella zona subalpina. Avete un’idea del potere che viene dato in mano ad un’azienda in questo modo? Il 65% del nostro corpo è composto di acqua. L’acqua è la nostra fonte di vita. Non si può lasciare che un’azienda possa decidere di toglierla a chi non può permettersi di pagare una bolletta destinata a diventare insaldabile con il processo di desertificazione che sta assalendo il nostro meridione! Non è umanamente accettabile. E mi sembra assurdo anche solo pensare che si possa dire che una cosa del genere va bene. Io a tutto questo dico in modo convinto no. E infatti voterò SI’.

DOMANDA N°3 – IL RITORNO DEL NUCLEARE: CON LA NOSTRA TESTA NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE.

"Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti:
art. 7, comma 1, lettera d): realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare."

Vedete, personalmente non sono contraria all’energia nucleare in toto. Sarebbe come dire che sono contraria al fuoco. Anche se, a differenza della legna da ardere, l’uranio non è una fonte rinnovabile e sta andando anch’esso a esaurimento (con conseguente aumento dei costi e spostamento del problema dall’essere legati a paesi che hanno materie prime che noi non abbiamo). E non credo neanche che sia sull’onda emotiva degli incidenti nelle centrali che si debba dire no; altrimenti darei ragione a chi dice “ma tanto le centrali nucleari sono a pochi km dal confine che cosa cambia?”. Onestamente, non sono i grandi incidenti tipo Cernobyl o Fukushima che mi spaventano. No: quello che mi terrorizza sono i piccoli incidenti continui, le piccole fughe dovute a un sistema di sicurezza fatto con i piedi, al risparmio, tanto per intascare qualche mazzetta. Il motivo per cui sono contraria al nucleare è perché, in un paese come il nostro, non ce lo possiamo permettere. E il problema non sono i terremoti o l’alta densità abitativa, il problema sta proprio nel fatto che siamo italiani. Un progetto come quello che sta dietro a una centrale nucleare prevede che le cose siano fatte per benino e in un paese come il nostro, in cui non siamo neanche in grado di costruire una scuola elementare o un ospedale in modo decente senza speculazioni fraudolente, con quali materiali pensiamo di costruire una centrale? Mattoncini Lego (ma le imitazioni quelle con il piombo dentro così siamo già a posto), cartongesso e sabbia della Riviera?
E, sempre perché siamo in Italia e abbiamo un problema di smaltimento dei rifiuti urbani che sembra irrisolvibile, cosa contiamo di fare delle scorie? Perché, onestamente, per quanto mi sia applicata, io un piano serio per lo smaltimento delle scorie di una centrale nucleare non l’ho trovato. Per favore: nessuno faccia la battuta “le mandiamo a Napoli che tanto lì ne hanno già tanti che manco se ne accorgono”, perché l’ho già sentita e non mi fa ridere.
Se un paese come la Germania decide che di questa fonte di energia si può fare a meno, perché noi non potremmo investire quei miliardi in una ricerca seria sulle fonti di energia alternativa? Sapete che la Svezia compra i rifiuti all’estero perché da questi crea energia e non ne ha abbastanza? Magari non sarebbe più utile spendere i soldi che costa una centrale nucleare per costruire una centrale di smaltimento di tipo svedese, o magari due? Sicuramente non sarebbe sufficiente, ma intanto sarebbe già un buon inizio per risolvere due problemi in un colpo solo e poi neanche una centrale nucleare singola sarebbe sufficiente. E perché non cominciare con l’investire i soldi delle centrali nel finanziare l’uso del fotovoltaico e imporlo nelle case di nuova costruzione? O ancora: se proprio nucleare deve essere, sapete che in aprile a Bologna è stato presentato il primo reattore per la fusione a freddo, che sfrutta fonti rinnovabili e pare sia a bassissimo rischio? Navigando in rete ho scoperto che questi reattori (che sono anche abbastanza piccoli da essere considerati quasi domestici), saranno costruiti in Grecia perché da noi non si sono trovati i fondi, mentre in Grecia sì. In Grecia, appunto, che non mi è il paese economicamente più benestante dell’Unione … ma dell’intelligenza, la nostra grande materia prima regalata all’estero e poi ricomprata a un prezzo altissimo ne ho già parlato.
Fatte tutte queste premesse, anche questa volta dirò SI’, sperando che un governo qualsiasi, si decida finalmente a proporre un piano energetico serio, decente che non ricada nel solito pasticcio che risolve l’emergenza, ma non riesce a vedere oltre.

DOMANDA N°4 – LEGITTIMO IMPEDIMENTO: SE L’IMPEDIMENTO C’É, ALLORA NON È LEGITTIMO.

"Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l'articolo 2, della legge 7 aprile 2010 n. 51, recante Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?"

Questo è il quesito più stupido in assoluto perché, secondo me, ci mette di fronte ad un errore logico evidente. È assurdo porsi il problema che un governatore non possa presenziare al proprio processo perché deve governare. Semmai deve essere il contrario: un governatore non può governare, e quindi si deve dimettere, perché deve subire un processo. È una semplice questione logica. E quindi trovo questo decreto impresentabile al mondo.
Io capisco che il nostro Primo Ministro si senta perseguitato da una magistratura fatta di cattivoni che hanno come unico scopo nella vita quello di metterlo in prigione, ma lui potrebbe anche sforzarsi di avere un comportamento che sia un minimo sindacale corretto per evitare tanto lavoro ai giudici.
Berlusconi non è certo il primo a subire dei processi in questa particolare condizione, ma è il primo che si permette si screditare la magistratura ovunque egli si trovi nel mondo. Prima di lui mi vengono in mente due personaggi come Andreotti e Clinton che hanno subito una persecuzione paragonabile alla sua (Clinton è stato sotto indagine dal primo giorno del suo primo mandato presidenziale fino all’ultimo giorno del suo secondo), ma nessuno di loro si è mai permesso di dire cose del tipo: “Siamo a rischio di una dittatura della magistratura di sinistra” e nessuno di loro ha pensato a farsi un decreto su misura per sfuggire alla legge. Anzi: se ben ricordo, Andreotti, che all’epoca godeva dell’immunità parlamentare, vi rinunciò per potersi difendere in modo consono e nei luoghi consoni. Non ho mai reputato Andreotti un esempio di politico dall’animo puro o di coscienza pulita, ma, nel caso specifico, mi ritrovo ora a rimpiangerne, se non altro, la classe.

E da qui faccio la mia ultima riflessione: quando andavo a scuola, mi avevano insegnato che le democrazie moderne sono tutte figlie dell’Illuminismo che prevedeva una netta distinzione tra i tre poteri dello Stato.  Questi poteri erano: il potere esecutivo, nel nostro caso il governo, il potere legislativo, il Parlamento, e il potere giudiziario, la magistratura. Allo stato attuale dei fatti un capo del governo che, da un lato continua a screditare il Potere Giudiziario mentre cerca di soggiogarlo al Potere Esecutivo con la riforma della giustizia; e dall’altro svuota il Potere Legislativo del suo compito effettivo con questo continuo ricorso a Decreti Legge e voti di fiducia, mi fa molta paura.
E allora forse i miei quattro SI’ non sono così stupidi come credevo, forse davvero sono importanti. E allora, se siete arrivati a leggere fin qui, vi prego: andate a votare, perché, questa volta il quorum ci serve davvero!

1 commento:

  1. Mi hanno scritto di stare attenti a non sovrapporre le schede perchè sono copiative e quindi si rischia l'annullamento del voto.
    Non so se sia vero, ma nel dubbio presterò attenzione e... mi raccomando: se domani sarà bel tempo andate pure al mare, ma con la scheda elettorale già timbrata!!!

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