domenica 22 aprile 2012

Andrà tutto bene (io lo so)


Oggi ho deciso di rivelare un evento molto privato della mia vita, una fatto così personale che poche persone conoscono. Non so perché, ma ho deciso di raccontarlo a tutti così, forse solo per provare a dare un po’ di speranza in più che di questi tempi non guasta. Quello che segue non è finzione, io l’ vissuto veramente.

Quando sono un po’ tesa o preoccupata torno alla mente ad un sogno che feci tanto tempo fa. È la mia grande ancora di salvezza in certi momenti in cui vedo tutto nero ed è uno dei ricordi più nitidi che ho. Per me è una certezza.
Era il luglio del 2000 quando feci questo sogno, un anno prima che mia nipote C nascesse, 14 mesi prima che compissi 25 anni, 14 mesi prima dell’11 Settembre e anni dopo la morte dei miei nonni G e M, avvenuta per entrambi più o meno a cavallo della metà degli anni Novanta.
Mio nonno G era un uomo taciturno, ma allegro, amava la musica leggera e leggere era, inoltre un goloso di prima categoria. Mi ricordo che era adorato dalle amiche di mia sorella, allora adolescenti, perché gli piaceva Madonna e non sopportava Nilla Pizzi: era una di quelle persone a cui piaceva vivere. Mia nonna, invece, non taceva mai, aveva sempre qualcosa da dire anche quando da dire non c’era proprio niente. Era innamorata perdutamente dell’uomo che aveva sposato più di cinquant’anni prima e, quando rimase vedova, si spense anche lei benché continuò a vivere ancora per pochi anni. Per la cronaca: sono loro i Rizzoli e Benfenati del mio cognome solo parzialmente fittizio. Vi ho detto questo per presentarvi i veri protagonisti di questa storia.
In questo sogno era la festa del mio venticinquesimo compleanno, una giornata di sole di fine estate, una di quelle giornate che si possono avere solo ai primi di settembre, quando non si è ancora pronti per affrontare l’autunno e la Natura decide di concederti ancora qualche momento in più per goderti il suo splendore.
Io  mi guardavo intorno angosciata e non capivo come fosse possibile che i miei parenti, invece, ostentassero tanta serenità nel farmi notare che quel giorno compivo un quarto di secolo.
Vedevo L, il mio nipotino che non aveva ancora 5 anni, correre in giardino e giocare attorno alla culla in cui dormiva pacifico un altro bimbo molto piccolo. Di questo bimbo sapevo solo che era figlio di mia sorella.
Ad un certo punto arrivarono loro: i miei nonni. Erano tornati apposta da un luogo lontano proprio per parlare con me. Si potevano fermare poco tempo prima di ripartire, ma dovevano dirmi una cosa troppo importante per non fare un viaggio così lungo anche per pochi minuti. Tutti erano contenti di quell’improvvisata che nessuno si aspettava.
Ricordo distintamente che ci sedemmo a un tavolo di pietra che c’è ancora nel giardino di casa mia e che io cominciai a dire loro di quanto fossi angosciata. Era appena accaduto un fatto gravissimo, nel caso non lo sapessero, ed io non sapevo cosa fare, non sapevo come comportarmi, in cosa credere, a chi credere. Ero angosciata e disorientata. Avevo una paura terribile per i bambini che erano lì con me. Che futuro ci poteva essere per loro, se poteva accadere una cosa così orribile? A questo punto il nonno, quello che non parlava mai, mi prese le mani e cominciò a parlare: mi disse che era venuto apposta perché conosceva il mio stato d’animo. Ricordo la sua voce, calda morbida e rassicurante, ricordo anche il volto della nonna che non guardava me, ma lui con quello sguardo sognante e innamorato che aveva sempre avuto in vita. Ricordo che lei non parlava. E quando glielo feci notate mi rispose che aveva già detto lui e che le sue parole sarebbero state solo superflue, anche lei con la sua voce di sempre, resa rauca dal pacchetto di Nazionali senza filtro fumato dall’età di 14 anni.
Quello, però, che sento vivo, in me a cui non posso sottrarmi è il senso del discorso che mi fece il nonno. Le parole che mi disse in quel sogno riecheggiano ancora nella mia mente, non posso e non voglio dimenticarle: STAI TRANQUILLA, NON TI PREOCCUPARE, ANDRÀ TUTTO BENE, I BAMBINI CRESCERANNO.
I bambini cresceranno, i bambini cresceranno, i bambini cresceranno …
Nei giorni successi ebbi spesso la sensazione di avere i nonni vicino. Come se, girandomi di scatto, avessi potuto vederli. Non credevo di aver mai avuto un sogno così intenso e profondo.
Poi un anno dopo capii. Capì che in quel sogno c’era qualcosa di più.
Ora lo so: andrà tutto bene, i bambini cresceranno. Io, da allora, ne sono certa.

4 commenti:

  1. mi sono sempre chiesto se i sogni siano qualcosa che raccoglie e riassume il nostro vissuto, i pensieri e la memoria oppure ci sia qualcosa di più, di magico e inconoscibile.
    Non ho trovato una rispossta, probabilment c'è un pò tutto ... ma le persone care che passano nei nostri sogni sono sempre così reali e consolatorie che merita anche credere in quella piccola porzione di mistero che ci lasciano al risveglio.

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