lunedì 12 settembre 2011

Decalogo dello spettatore

Come tutti sapete io amo andare a teatro. Godere di quegli attimi che resteranno unici e irripetibili è sempre un’emozione che solo talvolta sono in grado di descrivere.
Tra i tanti aspetti che mi piace seguire quando sono in sala è anche studiare le reazioni del pubblico. A volte le persone possono essere anche più interessanti degli artisti sul palco. Ricordo ancora le reazioni degli uomini che “godevano” di una Manuela Arcuri che recitava Pirandello con accento romanesco … lo spettacolo in platea era decisamente più interessante di quello sul palco (che sarebbe anche potuto risultare apprezzabile, se la Manuelona nazionale non ci avesse messo del suo).
Naturalmente ci sono circostanze in cui è stato proprio il pubblico a donarmi i momenti di ilarità più sincera per il suo modo di porsi del tutto fuori luogo. Ed è sempre il pubblico ad avermi fornito l’idea per questo piccolo decalogo sulle cose da non fare a teatro.

1.     NON SI MANGIA IN SALA
Mangiare davanti agli artisti che si stanno esibendo non è una cosa carina. Soprattutto tenendo conto che, raramente, essi hanno mangiato prima dello spettacolo. Insomma: non sono degli animali da mostra a cui dare le noccioline, o, almeno, forse qualcuno di loro è un cane, ma questo non ci autorizza a trattarli come tali.
Una volta mi capitò di andare a vedere un balletto. All’ingresso in sala un tizio davanti a me si presentò con un bel sacchetto di … popcorn! Naturalmente la maschera lo bloccò spiegandogli che i popcorn non erano consentiti, ma lui rispose che quando andava al cinema era abituato a mangiarli (!) e che non vedeva alcun motivo per comportarsi in modo diverso in un teatro. A questo punto la maschera gli diede una risposta per la quale è entrata nel mio olimpo personale e che vi riporto testualmente, affinché anche voi possiate goderne: “sì, ma cerchi di capire, qui gli artisti sono in carne ed ossa, non come al cinema e lei rischia che scendano dal palco per rubarglieli!”

2.     NON SI EMETTONO RUMORI MOLESTI IN SALA
Io capisco che non sempre la digestione è agevole. Capisco che ci sono volte in cui il cinghiale intero con patate in umido mangiato prima di andare a teatro possa risultare un po’ indigesto. Però … il “ruttino” non è una bella cosa. Anche perché, se in un bambino piccolo viene apprezzato, quando questi supera i due anni di età i rumori emessi dal suo stomachino santo vengono considerati imbarazzanti.
Le gare di rutti sono apprezzate a Ruttosound, ma posso garantirvi che proporsi in performance di questo tipo durante L'amour est un oiseau rebelle della Carmen alla Scala può provocarvi gravi problemi osteo-articolari con conseguente ricovero. Sappiamo tutti che il cibo ospedaliero non è il massimo.

3.     NON SI EMETTONO ODORI MOLESTI IN SALA
Questo aspetto della digestione è strettamente correlato a quello già mostrato al punto 2. Mi spiego: avete forse mangiato il cinghiale con patate in umido a pranzo solo per evitare di fare i ruttini a teatro? Bravissimi, i vostri arti ringraziano. Però ora, per favore, controllate la ehm … come possiamo definirla? Ecco … Parte finale della digestione.
Una mia amica mi ha raccontato che una volta era alla Scala (sempre lui, poveretto: il teatro più famoso d’Italia che si trova ad affrontare così tanti problemi digestivi …) in palco per vedere un’opera. All’interno del palco, oltre ad un paio di sue amiche, c’era anche un signore dall’aria piuttosto distinta. Il colpevole, io ne sono sicura, non fu il signore. Fu proprio il cinghiale. Fu lui il fetente a voler uscire PER FORZA sotto forma di aria fetida dall’intestino del signore! Quindi ecco cosa accadde: proprio mentre il dramma andava in scena sul palcoscenico, il silenzio fu infranto da un rumore inequivocabile, seguito da un odore altrettanto inequivocabile. La mia amica, che è persona dotata di forte senso dell’umorismo, rischiò il soffocamento, sia per l’odore che per la risata che cercò, disperatamente, di sopprimere.
Adesso, dopo il Fantasma dell’Opera, possiamo dire con un certo orgoglio che esiste anche un Petomane della Scala…

4.     NON SI ENTRA IN RITARDO A SPETTACOLO GIÀ INIZIATO
È una cosa che proprio non sopporto. Prima di uno spettacolo esiste una campanella che avvisa l’imminente inizio dell’esibizione. Quindi perché aspettare ed entrare quando gli artisti sono già sul palcoscenico disturbando anche il guardiano? Questa estate, durante uno spettacolo in un teatro all’aperto, la campanella ha dovuto suonare la bellezza di 5 volte per richiamare il pubblico che faceva di tutto tranne sedersi.
A tal proposito vi riporto il ricordo sempre della mia amica di cui sopra. Durante l’intervallo di una Giselle della Scala, una signora entrò nel palco chiedendo se il  primo ballerino avesse già ballato (!), e raccontando agli astanti il motivo del ritardo nei minimi dettagli come se il pubblico presente dovesse più interessato alle sue disavventure che allo spettacolo …

Perciò lasciatemi dare un consiglio: andate un po’ prima e prendetevi un caffè nel bar che di solito c’è nel foyer. È uno dei piaceri della vita. Una coccola di quelle che ti fa sentire una persona importante anche solo per pochi minuti.

5.     NON SI DISTURBA DURANTE LO SPETTACOLO O UNA PERFORMANCE
Diciamo una cosa chiara e precisa: Bruno Pizzul è stato un grande cronista di partite di calcio e su questo non discuto. Ma erano, appunto, partite di calcio. Gli imitatori di questo grande personaggio della radio-televisione italiana in teatro sono graditi meno che al cinema. Anche perché il biglietto costa di più. Una volta mi è capitato di andare ad assistere uno spettacolo comico. Lo spettatore di fianco a me lo aveva già visto più volte e ripeteva prima degli attori le battute, commentandole e spigandole (sono per la radiazione da tutti i teatri italiani contro chi spiega le battute). Mi ha rovinato la serata, ero tentata di chiedergli di rimborsarmi il biglietto.
Una mia amica ballerina mi spiegava che, nel caso di un balletto, è molto fastidioso quando, durante una performance, la gente comincia ad applaudire senza un motivo impedendo all’artista di sentire la musica. Lei mi ha detto che sarebbe sempre bene applaudire alla fine di una performance. Così si dà loro il tempo di prendere fiato (i trucchetti del mestiere eh?!).

6.     NON CI SI PETTINA COME MOIRA ORFEI SE SI È IN PRIMA FILA
Posto che sono piccoletta di statura, per me è terribile quando mi trovo seduta dietro a qualcuno di alto. Aggiungerei anche che questo mi capita molto spesso. È un fatto meramente statistico.
Ci sono, però, simpatiche signore, che sentono il bisogno di farsi notare nonostante il loro metro e venti grazie a un tacco 12. Quelle che si devono pettinare come Marge Simpson per mettersi in prima fila ed assicurarsi di avere lo spettacolo solo per loro. Sai mai che fino alla quinta fila non riescano a vedere qualcosa. E ci tengo ad avvisare tutti: la Marge Simpson della situazione c’è sempre. È come il destino: non le si può fuggire.

7.     NON CI SI SPOGLIA IN SALA
Lo so, a volte in teatro fa caldo. E so anche che le scarpe con il tacco 12 di cui sopra fanno un male porco (o cinghiale se preferite). Ma io mi chiedo: perché rovinare un completo che, in taluni casi, ha necessitato di ore di preparativi? Perché non studiare prima questi problemi? Lo chiedo anche a nome del vostro personal shopper o sarto o stilista…
Mi rendo conto che sembra una boiata, ma ho visto persone che si sono davvero tolte le scarpe. E non solo in un palco occupato da un gruppetto in cui nessun’altro aveva modo di vedere … no, io dico proprio in platea. E poi appoggiarli sulle gambe dell’accompagnatore per farsi massaggiare il callo preferito manco si fosse comodamente stravaccati sul divano di casa. Con sommo gaudio degli astanti che, dopo il petomane, si sono trovati anche Callo Furente …

8.     NON SI FANNO FOTOGRAFIE DURANTE LO SPETTACOLO
Avete presente quei film, tipo Arancia Meccanica, in cui il protagonista viene abbagliato frequentemente da luci stroboscopiche? Ecco, se siete un artista sul palco, le foto fatte dagli spettatori hanno le stesso effetto. E in alcuni casi può anche essere pericoloso per l’incolumità dell’artista stesso.
Alle volte rompere un artista costa una cifra. Non vorrei apparire troppo umana, ma non capisco perché rischiare di aggravare le spese del Servizio Sanitario Nazionale solo per una foto che, nove volte su dieci, viene pure sfuocata e sotto esposta. Evitiamolo dai, facciamolo per le tasche di tutti noi, di questi tempi …

9.     NON CI SI ACCOPPIA IN SALA
Non sto scherzando, ho visto gente essere allontanata dalla sala per questo: io capisco che la passione può prendere il sopravvento in certi momenti, ma sotto la voce “accoppiamento in sala” ricadono anche i punti 2, 5 e 7 (qualcuno potrebbe anche fare il malizioso e aggiungerci l’1, a voi la scelta …). Per cui, per cortesia, evitiamo d’infrangere il Codice dello Spettatore in più punti.

10.                       NON SI DISTURBANO GLI ARTISTI
Chiariamo un punto: se si compra il biglietto per andare ad applaudire un determinato artista a teatro quello che si è acquistato è il diritto a rimanere seduti per un determinato periodo di tempo godendo di uno spettacolo. Punto. Il resto è solo cortesia e consuetudine. Non sta scritto da nessuna parte che l’artista sia tenuto, dopo lo spettacolo a intrattenersi con i fan. Molto spesso capita che, all’uscita, il nostro beniamino dedichi qualche minuto per firmare autografi o fare foto, ma non è obbligato a farlo. Qualche tempo fa, invece, mi è capitato di leggere in internet la lettera di una signora che si lamentava perché, dopo un balletto, il ballerino si era dedicato troppo poco ai suoi fan. Leggendo bene mi sono resa conto che: l’étoile si era fermato circa mezz’ora dopo lo spettacolo, poi era salito in macchina per andare a cena, ma la signora era arrivata troppo tardi e, non solo si era offesa perché da già seduto in macchina questo si era rifiutato di scendere per l’autografo e la foto di rito, ma lo aveva addirittura seguito al ristorante pretendendo che le dedicasse “non più di dieci minuti”. Ecco: quando compriamo un biglietto non compriamo l’artista sul palco.

Dopo questo futile decalogo spero di non avervi spaventato troppo: pare che gli artisti sul palco non siano sempre golosi di pop-corn, che anche a loro scappa un ruttino di tanto in tanto, che il Petomane della Scala non sia troppo pericoloso, che ci siano anche ritardatari che non soffrono di incontinenza verbale, che si possa chiudere la bocca a chi parla troppo, che anche le acconciature più assurde prima o poi scendono, che molte sale siano fornite di aria condizionata, che le poltrone siano talmente scomode da inibire con la loro stessa conformazione qualunque desiderio, e che basti essere un minimo sindacale educati per ottenere foto, autografo e altro. Quindi, ve lo consiglio con il cuore, andate a teatro!!!

1 commento:

  1. Decalogo perfetto, ma la domanda che sorge spontanea è perché essere così masochisti e vedere Manuela Arcuri che recita? Va be' perché è un'attrice? :p

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