Tutti gli anni la stessa storia. Con
l’arrivo della stagione dell’acqua calda arrivano anche loro. A volte mi trovo
a sperare che il mare rimanga freddo per non doverli sopportare. È inutile, è
più forte di me: io i terresti non li sopporto proprio. Sono creature inutili.
Non sanno come ci si comporta in un ambiente civile, non hanno un briciolo di
educazione e di rispetto.
Tutte le volte è così: li sento
arrivare con quelle specie di conchiglie enormi che emettono un rumore
assordante e creano un sacco di bolle, come se la cosa non fosse di alcun disturbo
per noi, e quindi si tuffano. Guardare la loro mancanza di stile e di grazie mi
fa rigirare le pinne.
I terrestri non sanno neanche nuotare
bene: al posto delle pinne hanno delle lunghe protuberanze a cui attaccano
delle cose strane simili alle zampe palmate dei volatili di colori assurdi (i
terrestri hanno sempre colori assurdi) e che iniziano a muovere in varie
direzioni in modo scomposto. Nessuno sa come funzionano quelle strane zampe
perché se le mettono solo in acqua. Alcuni miei conoscenti mi hanno assicurato
di aver visto che quando tornano a riva se le tolgono. Devo dire che io sono
abbastanza lontana dai bassi fondi della riva e qui i terrestri arrivano solo
con le protuberanze e le conchiglie.
E poi bisognerebbe discutere del loro
comportamento. Anche quando non sono pericolosi, perché bisogna dirlo a chiare
lettere: i terrestri sono dei predatori ferocissimi, riescono ad essere sempre
e comunque inopportuni.
Intanto bisogna spiegare che queste
creature si dividono in tre categorie: quelli che arrivano giù con il fucile ed
ogni tanto devono riemergere (e sono quelli più pericolosi), quelli che ti
guardano dall’alto (ma io di questi ne ho visti davvero pochi) e quelli che
scendono e ti vengono a spiare e basta. Alcuni di questi hanno anche una strana
roba addosso nella schiena che fa emettere loro tante bolle (sempre quelle
odiose bolle). Devo dire che quelli che fanno le bolle riemergono molto meno di
quelli che non fanno quasi bolle. Con gli anni sono giunta alla conclusione che
fare le bolle serva loro per sopperire alla mancanza delle branchie. Sì perché
bisogna dire dei terrestri che sono pure sprovvisti di branchie, ma che,
nonostante questo handicap, continuano a venire a rompere le pinne a noi creature
che del mare ne siamo i legittimi abitanti. Vorrei vedere se anche noi
cominciassimo a salire a terra e a comportarci come si comportano loro con noi!
Ne ho visti alcuni che sparavano,
dico sparavano, ad un mio cugino non si sa bene per quale motivo. Lui non aveva
fatto niente di male: era uscito dalla mia tana dopo una visita di cortesia e
LORO si sono permessi di fare una cosa del genere. Fortunatamente non l’hanno
preso e sono dovuti tornare in superficie, ma per noi è stato davvero un brutto
colpo, voglio dire: abbiamo sfiorato la tragedia!
Anche quelli che non ci sparano
addosso non sono poi così simpatici. Loro, magari,si sentono buoni e bravi solo
perché non ci fanno del male fisico, ma sono così maleducati! Arrivano con dei
cilindri che emettono una luce fortissima e spiano nelle nostre tane come se a
noi dovesse fare piacere! Ma io dico!!! Ma che modi!!! Io mi permetto forse di
andare in casa loro a guardare dappertutto? Ma qualcuno si è mai preso la briga
di chiedere il permesso?
A me è capitato un paio di volte: una
volta ero in casa, ma stavo uscendo, e loro hanno sparato la luce dentro
facendomi rintanare anche di più per la paura. E loro che hanno continuato come
se niente fosse a illuminare la mia tana cercando, credo,di farmi uscire. Come
se io fossi nata ieri e cascassi facilmente in quei loro trucchetti idioti. Un’altra
volta, invece, ero fuori, stavo rientrando e me li sono trovati davanti alla
mia tana che sparavano dentro la luce. Fortunatamente non avevo nulla di valore
in casa, perché quelli, nella loro ignoranza, sono capaci di distruggere
qualunque cosa, e mi sono nascosta tra le poseidonie sperando di passare
inosservata. Speranza vana: mi hanno puntato la luce contro e mi hanno seguito
con lo sguardo fino a quando non sono andata a nascondermi nell’anfratto più
nascosto della mia tana.
A Otto, il polpo che abita sul
fondale sotto di me, hanno addirittura tolto il tetto dalla tana! E pensare che
lui ci aveva messo almeno due giorni per costruire la sua tana in quel modo e
doveva ancora finire di arredarla! Era proprio depresso, la sua sola
consolazione è stata che non si gli hanno fatto del male. Perché i terrestri
sono capaci di arrivare qui, distruggerti la tana e quindi cercare di
ucciderti. E se provi a difenderti ti senti pure dire che sei un animale
pericoloso! Perché loro cosa sono allora?
Io posso anche capire che la terra
non sia bella come il mare e che anche loro sentano la necessità di godere un
po’ delle nostre meraviglie, ma faccio presente che nessuno di noi è salito in
superficie a guardare il loro modo di vivere. Tutti quelli che sono saliti
l’hanno fatto a causa loro e quasi nessuno è più tornato. E di quei pochi
nessuno è tornato sano. Nella migliore delle ipotesi i superstiti alla terra
arrivano che sono impazziti, ma non hanno problemi fisici. Altrimenti tornano
feriti anche fisicamente, e spesso di questa esperienza ci muoiono. Dicono che
la terra sia un posto orribile dove non è possibile respirare e solo se si
è molto fortunati si sopravvive.
Io credo che sarebbe ora che noi
creature del mare, di fronte a questo scempio, iniziassimo a ribellarci e a
imporre maggiore educazione e rispetto nei nostri confronti.
Nessun commento:
Posta un commento