Credo
che tutti noi possiamo associare dei ricordi della nostra vita a canzoni
particolari e quello di cui ti voglio parlare oggi è la colonna sonora di un
piccolo miracolo. Il motivo per cui ho deciso di farlo adesso, senza che ci sia
una qualche ricorrenza particolare, lo capirai alla fine se avrai il tempo e la
voglia di leggere.
Tutto
iniziò nell’estate del 1999: avevo 23 anni ed una vita in brandelli che mi
faceva sentire “sempre strana e confusa”.
Quell’estate
mi trovavo nel nord della Francia per visitare le zone dello sbarco e non so
perché, ma ascoltando Everyday riuscivo a immaginare il soldato americano che,
dalle coste inglesi, scriveva alla fidanzata rimasta a casa in attesa del D
Day, pur consapevole che la canzone non centrasse niente.
Durante
quel viaggio conobbi AD: una ragazzina di 16 con tutte le ansie, le paure e le
insicurezze che solo a 16 anni si possono avere. Ricordo molto bene che io e
quella ragazzina non avevamo quasi nulla in comune, a parte la passione per i
libri, e chiacchierammo ascoltando Variatio 22. Non so dire perché, in fondo
tra me e lei c’erano 7 anni e quasi 400km a dividerci, lei nata a 60 kilometri
dalla Svizzera ed io bolognese doc, ma diventammo amiche. Non so neanche dire
quando, ma diventammo grandi amiche.
Nei
mesi successivi, a dispetto di tutto, quella amicizia crebbe e, quando arrivò
il 2001, AD ed io ci trovammo davanti ai primi grandi cambiamenti. C’erano cose
che non mi piacevano, se mi fossero piaciute sarei stata felice, e per questo
lasciai l’università. Per la seconda volta mi dovevo reinventare una
personalità. Intanto AD diventava maggiorenne e c’erano un sacco di mondi da
esplorare per crescere. Mentre Lory diventava quasi una terza amica, in quel
luglio nacque uno dei miei più grandi
amori, terra tra due fiumi: la mia nipotina.
Nel
frattempo AD cambiava città, scegliendo l’università, e incominciava una nuova
vita “da adulta”. Forse fu proprio allora, quando calò sia la distanza
anagrafica che quella geografica ed iniziarono i primi (e per ora soli)
battibecchi che la nostra amicizia ebbe una svolta, mutuandosi da grande
amicizia in Grande Amicizia, in mezzo a scelte sbagliate cercando amori che
avessero dipinta in blu quell’anima.
Nel
2005 arrivarono altre due grandi evoluzioni per noi: AD conobbe EI, ed io conobbi la seconda ingiustissima
realtà: la storia d’amore in cui credevo finì. Lui andò via, anche se non
sapevo il perché. Ricordo che era un giovedì notte e che mandai un messaggio ad
AD: il pomeriggio seguente era in stazione nella mia città. Prenotammo le ferie
assieme e lei lasciò a casa un fidanzato nuovo di zecca perché, per certe
esperienze, gli uomini o si limitano a uscire dall’mp3, oppure è meglio
incontrarli sul posto. Sfortuna mia: ci fu solo l’mp3.
Quell’estate
Ingiustissima Realtà mi accompagnò come un canto di speranza: non ero più la
ragazza sempre strana e confusa, ero una donna, che nonostante il momento
sapeva che avrebbe rivisto terra e sarebbe volata sopra ogni mistero, ogni
decisione presa contromano. Lei non me lo disse mai, ma sospetto che il suo
compagno di viaggio fosse Buon Compleanno dato che il fidanzato in quei giorni
compiva gli anni a migliaia di kilometri di distanza. Anche se sentiva la
mancanza di EI, non me lo fece mai pesare, perché, se anche sola camminava,
iniziava a camminare con lui.
Qualche
settimana fa ho letto su Facebook che avresti tenuto un concerto vicino a casa
mia. AD ed io non ci abbiamo pensato un minuto: l’occasione di sentire dal vivo
la colonna sonora della nostra amicizia era troppo ghiotta. E poi, detto tra
noi, era di venerdì quindi passare il week end assieme era una grande
opportunità. Inizialmente pensavo che saremmo andate solo noi due, ma EI ho
voluto accompagnarci: negli ultimi sei anni gli sei entrato nelle orecchie.
L’altra
sera abbiamo cantato tutto il tempo e per la prima volta mi sono resa conto di
quanto alcuni canzoni possano essere davvero la colonna sonora di un piccolo
miracolo: due donne lontane nel tempo e nello spazio possono crescere e
maturare diventando Grandi Amiche. Ora che siamo grandi e mostriamo le lacrime
senza vergogna, siamo anche in grado di apprezzarlo.
Dopo lo spettacolo ti ho detto solo grazie, e tu mi hai risposto “grazie a voi per essere venuti al concerto”. No, Daniele, grazie a te: per questi 12 anni, per questo miracolo. In attesa di una nuova grande svolta …
Nessun commento:
Posta un commento