La vicenda che vado a raccontare è un
turpe storia di droga, esoterismo, maleducazione, imbecillità, politica e
pedofilia.
Vediamo i fatti: nel regno di
Floristano XIV viene presentata ai sudditi la pargola che la regina ha appena
sgravato: Aurora. Dovete però sapere che, nel regno, le cose non funzionano
tanto bene, o meglio: funzionano più o meno come in questo paese e i posti di
lavoro a tempo indeterminato negli organi statali o parastatali vengono sempre
attribuiti grazie più a una raccomandazione che non per merito. A dimostrazione
di quanto dico vi presento il maestro di cerimonie Catalabutte, un deficiente
che invita tutto il regno tranne la maga Carabosse che s’incazza come una iena.
Piccolo inciso. Se vi state chiedendo
cosa centri la droga in tutto questo, ve lo spiego subito: ma di cosa si è
fatto l’autore della storia per inventarsi dei nomi del genere?? No, perché l’unico
normale è, appunto, Aurora.
Ma torniamo alla nostra trama. Ve lo
dico onestamente: io sono d’accordo Carabosse. Non ci si comporta così. Se decidi
di invitare tutti, inviti tutti e non fai queste discriminazioni, altrimenti sei
solo un gran cafone. Ma ve la immaginate questa poverina il giorno dopo, con le
amiche, a prendere il the, mentre sente i discorsi della festa? “Hai visto che
vestito orribile aveva Teodosia? Ah no, scusa tu non c’eri …” oppure “Secondo
me Pancrazio e Claudiana sono in piena crisi, lui ieri faceva palesemente gli
occhi dolci ad Atanasia. Ah Cara, se ci fossi stata, ti saresti divertita da
morire!” (i nomi non sono presenti nella storia originale, li ho introdotti io
prendendo la stessa roba dell’autore). Io capisco la sua rabbia ed ha fatto
solo bene a presentarsi così. Che poi, si sa, se proprio devi escludere
qualcuno da una festa, non escludere proprio quello che ha potere di vita o di
morte sulla festeggiata. È un autogol pazzesco questo. Non ci vuole certo un
esperto in Strategie Diplomatiche per capirlo.
Il regalo che il mio idolo fa alla
poppante ha il grande pregio di essere originale. Voglio dire, in un mare di
braccialettini, collanine, bavaglini, giochini, e altre amenità del genere chi
mai penserebbe di regalare a una bambina una maledizione per cui, al solo
toccare di un fuso, morirà? Che poi, per certi gnometti piangenti, sarebbe anche
un bel regalo da farsi. Io l’avrei regalato volentieri a un paio di bambini …
Come al solito, sto divagando,
procediamo: a scongiurare l’irreparabile (ma scongiurare cosa poi?!) ci pensa
la Fata Dei Lillà che fa, forse, l’unica opera utile in tutta la sua vita modificando
la maledizione di Carabosse in modo che la principessa, sa mai dovesse
pungersi, invece di morire, cadrebbe soltanto in un sonno profondo (quello che
i miei insonni neuroni continuano a sognare insomma). Praticamente la condanna
alla narcolessia. Che non è esattamente una bella cosa. Come non è una bella
cosa modificare il regalo che fa un’altra persona. È come quando a Natale ti
regalano un maglione e tu lo commenti con un “è bello, mi piace, mi sta anche
bene, davvero, ma posso cambiarlo? ”. Non è carino dai.
Che poi, mi sono sempre chiesta: che
cavolo di mestiere è La Fata Dei Lillà? Cosa fa? Il direttore dell’INPS? Il
Ministro della Sanità? Non mi sembra abbia un incarico molto chiaro. Secondo me
deve essere la cugina di secondo grado di un amico di Catabutte. Non si spiega
altrimenti il suo stipendio.
Continuo a divagare. Di questo passo
mi toccherà scrivere un intero trattato.
Facciamo un salto in avanti di sedici
anni. Tranquilli in questi sedici anni non è successo niente: Aurora è
diventata adolescente, ha imparato il bimbominkiese, e, probabilmente, ha dei
problemi di acne e di squilibri ormonali come tutte le adolescenti che si
rispettino. Dicono sia una gran gnocca, ma lo dicono sempre di tutte le
principesse, quindi non ci farei troppo affidamento. L’unica legge degna di
nota che Floristano ha promulgato è quella di messa al bando dei fusi. Sai mai
che qualcuno avesse mai visto un fuso in vita sua. Perché, onestamente, non è
che i fusi siano proprio dei telefoni cellulari che te li trovi in omaggio
anche nei sacchetti di patatine. Da qui si evince lo spessore politico del
regnante. Carabosse, intanto, ha passato questi anni facendosi il manicure (se
non capite quest’ultima battuta, tranquilli, non l’ho capita neanche io, mi è
venuta così d’istinto).
Per il compleanno della ragazzina
viene organizzato un mega party con tanto di musica dal vivo ed un numero
improbabile di spasimanti a cui prestare attenzione. Faccio notare che per il
mio sedicesimo compleanno mi limitai ad una pizza con gli amici perché era il periodo
degli esami di riparazione, capisco che sono passati vent’anni, ma io continuo
a rosicare nei confronti di questa qui. Scusate
la parentesi autobiografica. Durante il ballo Carabosse si presenta con un simpatico
regalo per la ragazza: un fuso. Pare che neanche questa volta qualcuno abbia
pensato ad invitarla, poverina, sono proprio dei cafoni. Vorrei spezzare una
lancia a favore della fantasia che Carabosse dimostra nello scegliere i regali.
Aurora vede il fuso e cosa fa? Si
punge! Un genio. Ora, se a me hanno fatto una maledizione per cui, pungendomi
con un fuso, rischio di farmi la dormita più colossale della storia del
balletto, evito di toccare fusi, non mi ci tuffo sopra a pesce. Ed io soffro
pure d’insonnia.
A causa di questa cretina tutta la
corte cade nel sonno mandando in malora il regno per un centinaio d’anni
lasciando che la foresta ne copra le infrastrutture (per intenderci: la Salerno
Reggio Calabria a confronto è un’autostrada giapponese). L’unica che non si
addormenta è la Fata dei Lillà. Che sia la Marchionne della situazione? Delocalizza
la produzione Tavor? (devo smettere di guardare il tg mentre scrivo queste
cose). Questa, che ha dei problemi di insonnia più grossi dei miei, si mette in
contatto con un principe, Desirée (ma non c’era un nome un po’ più socialmente
accettabile? Ma che nome da regnante è questo?!) e gli svela il segreto del
bosco nel quale il giovane si sta infilando con degli amici (io sospetto per
farsi delle canne, ma non ho prove in
merito).
Il ragazzo arriva nella cameretta
dove Aurora ronfa come Garfield e la bacia rompendo l’incantesimo e svegliando,
così, lei e tutta la corte.
Stop. Fermi tutti. Da qui si capisce
quanto tutto questo non possa essere altro che un’opera di fantasia. In Italia
abbiamo una classe dirigente che dorme da molto meno di un secolo, ma io non
conosco una sola persone che la sveglierebbe con un bacio. Con un sacco di
altri sistemi sì, ma con un bacio no. Qualcuno li farebbe anche dormire per
sempre.
Mi preme far notare un piccolo
dettaglio. Tra l’ora di andare a letto e la sveglia col bacino passano circa un
centinaio d’anni. In pratica, tra i due principeschi neo innamorati ci sono
circa cent’anni di differenza. È come se Rita Levi Montalcini si mettesse
insieme a Pierre Casiraghi. Intelligenza a parte ovviamente. Io sono sicuramente
retrograda in materia, ma secondo me, qualcosa nel discorso tocca e perde quel
poco di credibilità che ancora rimaneva alla storia.
Comunque, dicevo, Desirée bacia
Aurora che si sveglia, s’innamora e si sposano con una grande festa in cui sono
invitati tutti i personaggi delle fiabe. Del resto chi non vorrebbe alla
propria festa di nozze i Tre Porcellini nel caso il buffet non sia sufficiente?
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