Oggi ho deciso di rivelare un evento molto privato della mia vita, una
fatto così personale che poche persone conoscono. Non so perché, ma ho deciso
di raccontarlo a tutti così, forse solo per provare a dare un po’ di speranza
in più che di questi tempi non guasta. Quello che segue non è finzione, io l’
vissuto veramente.
Quando sono un po’ tesa o preoccupata
torno alla mente ad un sogno che feci tanto tempo fa. È la mia grande ancora di
salvezza in certi momenti in cui vedo tutto nero ed è uno dei ricordi più
nitidi che ho. Per me è una certezza.
Era il luglio del 2000 quando feci questo
sogno, un anno prima che mia nipote C nascesse, 14 mesi prima che compissi 25
anni, 14 mesi prima dell’11 Settembre e anni dopo la morte dei miei nonni G e M,
avvenuta per entrambi più o meno a cavallo della metà degli anni Novanta.
Mio nonno G era un uomo taciturno, ma
allegro, amava la musica leggera e leggere era, inoltre un goloso di prima
categoria. Mi ricordo che era adorato dalle amiche di mia sorella, allora
adolescenti, perché gli piaceva Madonna e non sopportava Nilla Pizzi: era una
di quelle persone a cui piaceva vivere. Mia nonna, invece, non taceva mai,
aveva sempre qualcosa da dire anche quando da dire non c’era proprio niente. Era
innamorata perdutamente dell’uomo che aveva sposato più di cinquant’anni prima
e, quando rimase vedova, si spense anche lei benché continuò a vivere ancora
per pochi anni. Per la cronaca: sono loro i Rizzoli e Benfenati del mio cognome
solo parzialmente fittizio. Vi ho detto questo per presentarvi i veri
protagonisti di questa storia.
In questo sogno era la festa del mio venticinquesimo
compleanno, una giornata di sole di fine estate, una di quelle giornate che si
possono avere solo ai primi di settembre, quando non si è ancora pronti per
affrontare l’autunno e la Natura decide di concederti ancora qualche momento in
più per goderti il suo splendore.
Io
mi guardavo intorno angosciata e non capivo come fosse possibile che i
miei parenti, invece, ostentassero tanta serenità nel farmi notare che quel
giorno compivo un quarto di secolo.
Vedevo L, il mio nipotino che non
aveva ancora 5 anni, correre in giardino e giocare attorno alla culla in cui
dormiva pacifico un altro bimbo molto piccolo. Di questo bimbo sapevo solo che
era figlio di mia sorella.
Ad un certo punto arrivarono loro: i
miei nonni. Erano tornati apposta da un luogo lontano proprio per parlare con
me. Si potevano fermare poco tempo prima di ripartire, ma dovevano dirmi una
cosa troppo importante per non fare un viaggio così lungo anche per pochi
minuti. Tutti erano contenti di quell’improvvisata che nessuno si aspettava.
Ricordo distintamente che ci sedemmo
a un tavolo di pietra che c’è ancora nel giardino di casa mia e che io
cominciai a dire loro di quanto fossi angosciata. Era appena accaduto un fatto
gravissimo, nel caso non lo sapessero, ed io non sapevo cosa fare, non sapevo
come comportarmi, in cosa credere, a chi credere. Ero angosciata e disorientata.
Avevo una paura terribile per i bambini che erano lì con me. Che futuro ci
poteva essere per loro, se poteva accadere una cosa così orribile? A questo
punto il nonno, quello che non parlava mai, mi prese le mani e cominciò a
parlare: mi disse che era venuto apposta perché conosceva il mio stato d’animo.
Ricordo la sua voce, calda morbida e rassicurante, ricordo anche il volto della
nonna che non guardava me, ma lui con quello sguardo sognante e innamorato che
aveva sempre avuto in vita. Ricordo che lei non parlava. E quando glielo feci
notate mi rispose che aveva già detto lui e che le sue parole sarebbero state
solo superflue, anche lei con la sua voce di sempre, resa rauca dal pacchetto
di Nazionali senza filtro fumato dall’età di 14 anni.
Quello, però, che sento vivo, in me a
cui non posso sottrarmi è il senso del discorso che mi fece il nonno. Le parole
che mi disse in quel sogno riecheggiano ancora nella mia mente, non posso e non
voglio dimenticarle: STAI TRANQUILLA, NON TI PREOCCUPARE, ANDRÀ TUTTO BENE, I
BAMBINI CRESCERANNO.
I bambini cresceranno, i bambini
cresceranno, i bambini cresceranno …
Nei giorni successi ebbi spesso la
sensazione di avere i nonni vicino. Come se, girandomi di scatto, avessi potuto
vederli. Non credevo di aver mai avuto un sogno così intenso e profondo.
Poi un anno dopo capii. Capì che in
quel sogno c’era qualcosa di più.
Ora lo so: andrà tutto bene, i
bambini cresceranno. Io, da allora, ne sono certa.
Un grosso abbraccio. :*
RispondiEliminaanche a te!!! :*
Eliminami sono sempre chiesto se i sogni siano qualcosa che raccoglie e riassume il nostro vissuto, i pensieri e la memoria oppure ci sia qualcosa di più, di magico e inconoscibile.
RispondiEliminaNon ho trovato una rispossta, probabilment c'è un pò tutto ... ma le persone care che passano nei nostri sogni sono sempre così reali e consolatorie che merita anche credere in quella piccola porzione di mistero che ci lasciano al risveglio.
Grazie mille!
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