A volte, probabilmente a causa di una
forma di premestruo natalizio, mi trovo a leggere l’editoriale che un certo (come
posso definirlo? Bigotto può andare?) Bruno Volpe scrive sul noto blog
estremista cattolico Pontifex. Per farvi capire di chi sto parlando, Bruno
Volpe è quello che ha sostenuto che gli incendi che hanno devastato la Liguria
un anno fa sono stati causati dall’ironia di Crozza, e che il palco crollato
prima di un concerto di Jovanotti (musicista notoriamente satanista …) sia stato dovuto alla pubblicità che questi avrebbe fatto all’uso del preservativo. Uno,
insomma, che riuscirebbe a farsi dare del retrogrado anche da un qualunque
talebano di passaggio.
La sua ultima uscita, però, mi ha
dato più fastidio del solito, perché è così oscurantista da diventare, secondo
me, pericolosa.
Ci tengo a precisare che rispondo a
quest’uomo nell’unico luogo in cui mi è possibile farlo gratuitamente: non ho
trovato un account su nessun social network, e cercare di commentare
semplicemente l’articolo, beh … credo che mi costerebbe troppo. Insomma: non è
uno che cerca il confronto.
Ora vi posto esattamente l’articolo e
vi metto anche il link così potrete entrare serenamente (!) nella testa di
questo editorialista leggendo altre perle e capire perché non è possibile avere
un dialogo gratuito.
Proseguiamo nella nostra
analisi su quel fenomeno che i soliti tromboni di giornali e Tv chiamano
"femminicidio". Aspettiamo risposte su come definire gli aborti:
stragi? Notoriamente, l'aborto lo decide la donna in combutta col marito e sono
molti di più dei cosiddetti femminicidi. Una stampa fanatica e deviata,
attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione, questa spinta alla
violenza. In alcuni casi, questa diagnosi può anche essere vera. Tuttavia, non
è serio che qualche psichiatra esprima giudizi, a priori e dalla Tv, senza aver
esaminato personalmente i soggetti interessati. Non sarebbe il caso di
analizzare episodio per episodio, senza generalizzare e seriamente, anche per
evitare l'odio nei confronti dei mariti e degli uomini? Domandiamoci. Possibile
che in un sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito?
Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso
provocano, cadono nell'arroganza, ...
... si credono
autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti.
Bambini abbandonati
a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti
sudici e da portare in lavanderia, eccetera... Dunque se una famiglia finisce a
ramengo e si arriva al delitto (FORMA DI VIOLENZA DA CONDANNARE E PUNIRE CON
FERMEZZA), spesso le responsabilità sono condivise.
Quante volte
vediamo ragazze e anche signore mature circolare per la strada in vestiti
provocanti e succinti?
Quanti tradimenti
si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre, nei cinema, eccetera?
Potrebbero farne a
meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e se poi si arriva anche alla
violenza o all'abuso sessuale (lo ribadiamo: roba da mascalzoni), facciano un
sano esame di coscienza: "forse questo ce lo siamo cercate anche noi"?
Basterebbe, per
esempio, proibire o limitare ai negozi di lingerie femminile di esporre la loro
mercanzia per la via pubblica per attutire certi impulsi; proibire l'immonda
pornografia; proibire gli spot televisivi erotici, anche in primo pomeriggio. Ma
questa società malata di pornografia ed esibizionismo, davanti al commercio,
proprio non ne vuol sapere: così le donne diventano libertine e gli uomini, già
esauriti, talvolta esagerano.
Bruno Volpe”
Ad una
provocazione del genere avevo già risposto a suo tempo in questo articolo:
in quella
circostanza non mi ero soffermata tanto sulle parole, quanto sul concetto
espresso proprio perché speravo che fossero travisate. Questa volta, però, non
mi posso esimere. Non ce la faccio proprio.
Signor
Volpe: mi rivolgerò direttamente a lei.
Già dal titolo si capisce il
punto di vista: l’uomo è quello sano, che quindi esclude di costruire un
rapporto con le donne su cui usa violenza, sono loro che devono fare da sole
autocritica ed è meglio che questa sia sana, e cioè che vada bene a lei signor
Volpe. Complimenti: se poi un giorno mi volesse spiegare dove trova l’arroganza
per dire a qualcuno che lei mai sarà, vale a dire una donna, a cosa deve
pensare, ne farò tesoro.
→Proseguiamo nella
nostra analisi su quel fenomeno che i soliti tromboni di giornali e Tv chiamano
"femminicidio". Aspettiamo risposte su come definire gli aborti:
stragi? Notoriamente, l'aborto lo decide la donna in combutta col marito e sono
molti di più dei cosiddetti femminicidi
A parte il fatto che “femminicidio”
è un termine italiano (e “si riferisce alle violenze che vengono perpetrate
dagli uomini ai danni delle donne in quanto tali, ossia in quanto appartenenti
al genere femminile. Il femminicidio comprende inoltre tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi relativi
alla sua identità di
genere.” La fonte
è Wikipedia, non ho certo dovuto scomodare l’Accademia della Crusca per
trovarlo.) quindi non capisco perché dare del trombone a chi, semplicemente, utilizza
il termine corretto, ma cosa centrano nello specifico gli aborti? Siamo ancora
al vecchio sistema Shopenhariano di cambiare argomento per cercare di avere
ragione. Comunque, in risposta alla sua domanda: no, non li definiamo così perché
sono una cosa diversa. E non centra nulla la sua morale o la mia: è la lingua
italiana a darne definizioni diverse. Poi, scusi, ma chi le ha detto che viene
deciso dalla donna in combutta col marito? Sa che, molto spesso i padri
naturali non sanno niente anche perché, in una percentuale spaventosamente alta
di casi, sono proprio degli stupratori? È andato a informarsi presso qualche
casa di accoglienza prima di sparare questa stupidaggine? Notoriamente a chi?
→Una stampa fanatica e deviata,
attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione, questa spinta alla
violenza. In alcuni casi, questa diagnosi può anche essere vera. Tuttavia, non
è serio che qualche psichiatra esprima giudizi, a priori e dalla Tv, senza aver
esaminato personalmente i soggetti interessati. Non sarebbe il caso di
analizzare episodio per episodio, senza generalizzare e seriamente, anche per
evitare l'odio nei confronti dei mariti e degli uomini? Domandiamoci
Ecco: sul fatto che non si
dovrebbe generalizzare sarei anche d’accordo con lei, peccato che lei si sia
smentito proprio nel capoverso precedente citando donne che “abortiscono in combutta
con i mariti”, come se milioni di scelte compiute quotidianamente nel mondo
fossero attribuibili solo a questa esigua minoranza. Sembra quasi che lei si
renda conto della pochezza degli argomenti e cerchi di distogliere l’attenzione
da essi. Esattamente come teorizzato, appunto dal già citato Shopenhauer nella
sua Arte di Avere Ragione. Conclude, quindi, il capoverso con un “domandiamoci”
che è un termine del tutto sbagliato, perché avrebbe dovuto scrivere “domandatevi”,
visto che lei non si pone alcuna domanda in questo articolo, non ha alcun
dubbio, ma si limita a giudicare.
→Possibile che in un
sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito? Non lo
crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano,
cadono nell'arroganza, ...
... si credono
autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti.
Se permette:
qui c’è già un immenso, errore storico. Gli uomini non sono impazziti, sono
sempre stati pazzi, hanno sempre picchiato donne sottomesse. Quello che lei non
capisce (o meglio: quello che lei capisce benissimo, ma che non accetta) è che
le donne non sono più sottomesse, non ci stanno più a lasciarsi brutalizzare e si
ribellano. Lei scambia l’istinto di sopravvivenza con l’arroganza. Sono
sincera: queste sue parole sono di una gravità estrema e mi fanno paura, mi
auguro che lei non abbia una moglie.
Per quanto riguarda, poi, l’autosufficienza:
forse non si è accorto che le donne sono auto (o non-auto) sufficienti quanto
gli uomini. Nella sua morbosa attenzione per l’apparato genitale non presta
attenzione al fatto che non è una vagina o un pene a determinare l’autosufficienza
di una persona, ma un organo che sta un po’ più in alto e si chiama cervello.
→
Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da
fast food, vestiti sudici e da portare in lavanderia, eccetera... Dunque se una
famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (FORMA DI VIOLENZA DA CONDANNARE
E PUNIRE CON FERMEZZA), spesso le responsabilità sono condivise.
Oserei dire
che lei non sta molto né con i bambini né con donne che hanno subito violenza.
Dico questo perché, se lo facesse, non scriverebbe certo una corbelleria del
genere. Intanto perché, al giorno d’oggi, una delle tante colpe che vengono
addossate alle mamme moderne è di essere troppo protettive nei confronti dei
figli e di non permettere loro di crescere immischiandosi nel rapporto con gli
insegnanti, proteggendoli da punizioni sacrosante e non preparandoli alla vita
vera, rendendoli più facilmente vittime di bulli e bulletti. In secondo luogo perché
una donna che subisce violenza domestica non trascura nulla della casa terrorizzata
com’è dal non essere all’altezza del marito. Ha mai letto una statistica? Sa
che, in genere, non è nelle case descritte da lei che avvengono le violenze di
cui parla, ma nelle così dette famiglie
perfette? Evidentemente lei non sa nulla di psicologia della donna violentata,
e può stare certo che io lo dico da un punto di vista meno distante. Purtroppo
per me, aggiungerei.
→
Quante volte vediamo ragazze e anche signore mature circolare per la strada in
vestiti provocanti e succinti?
Quanti tradimenti
si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre, nei cinema, eccetera?
Potrebbero farne a
meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e se poi si arriva anche alla
violenza o all'abuso sessuale (lo ribadiamo: roba da mascalzoni), facciano un
sano esame di coscienza: "forse questo ce lo siamo cercate anche noi"?
Mi scusi, ma
lei crede davvero che una donna che va in giro vestita in un certo modo sia così
facilmente preda? No perché io non mi sono mai vestita in modo sexy in vita
mia, non sono mai stata minimamente attraente, eppure ho subito. Quindi, come
me lo spiega? Poi, non ho capito: lei tradisce quotidianamente sul luogo di lavoro
la moglie? Non si rende conto che le cose si fanno in due? Cioè: se una donna
tradisce il marito, magari c’è un marito che tradisce la moglie. Sa che anche
gli uomini “potrebbero farne a meno”? Mi sa spiegare perché tra le righe leggo
una giustificazione agli istinti peggiori degli uomini e non a quelli delle
donne? Allora è vero che noi donne siamo superiori, ma non spiego, quindi, come
mai non dovremmo essere autosufficienti. In questo suo pseudo ragionamento c’è
un numero così grande di contraddizioni che sta facendo impazzire anche
Shopenhauer. Mi preme, però, informarla che le contraddizioni non si annullano
a vicenda, rendono solo un discorso maschilista che adotta due pesi e due
misure sotto una maschera di buonismo.
→
Basterebbe, per esempio, proibire o limitare ai negozi di lingerie femminile di
esporre la loro mercanzia per la via pubblica per attutire certi impulsi;
proibire l'immonda pornografia; proibire gli spot televisivi erotici, anche in
primo pomeriggio. Ma questa società malata di pornografia ed esibizionismo,
davanti al commercio, proprio non ne vuol sapere: così le donne diventano
libertine e gli uomini, già esauriti, talvolta esagerano.
Questo direi
che è una chiosa di una comicità impareggiabile. Ora le spiego perché: secondo
lei un uomo cammina per strada e vede un manichino con addosso delle mutande e
poi vede una bella donna in minigonna ha diritto di violentarla perché il
poverino è vittima di questa società malata e pornografica e la donna non è
altro che una libertina quindi, se non esagera, non è colpa sua, ma di qualcun
altro. Sì, perché solo talvolta si esagera.
Intanto mi preme farle notare
che, proprio all’interno del blog pieno di pubblicità nel quale lei scrive ho
trovato questo:
io, però, sono una donna sana e,
nonostante la presenza di Brad Pitt alla TV, non sono uscita di casa a
violentare l’unico uomo che passava per strada. Ora se lei, da bambino,
fantasticava guardando la scollatura della maestra e girava con i finti
occhialetti a raggi X non può farne una
colpa alla commessa del negozio sotto casa, non le pare? Poi vorrei svelarle un
paio di segreti: nel primo pomeriggio, in genere, la gente lavora, oppure va in
palestra a tradire il consorte, e non guarda la tv, quindi non so da dove le
vengano queste convinzioni; e le posso garantire che, pure avendo la tv
satellitare, la pornografia, nell’accezzione ITALIANA del termine (lo specifico perché
mi sembra che lei faccia un uso piuttosto utilitaristico della lingua) deve
essere proprio cercata, non è così facilmente fruibile come lei vuol fare credere.
La sua esperienza è quantomeno sospetta per un uomo così di chiesa.
Infine pongo l’accento sul suo finto condannare:
non me la racconta, signor Volpe. Sono le sue stesse parole a smentirla. Lei esprime
il tipico pensiero violento dell’uomo che picchia la moglie per il suo bene. Non
so se lei sia sposato o meno, ma esprime proprio quella mentalità lì. Il suo
condannare è soltanto un modo ipocrita di mettere le mani avanti per non essere
accusato di quello di cui la sto proprio accusando io. Avevo già avuto modo di
avvertire la sua violenta mancanza di empatia nel giudicare ed ora ne ho la
conferma: lei sta nascondendo dietro la fede solo rabbia e cattiveria. Non si
metta su un piedistallo: lei è solo la settima miliardesima parte dell’umanità
e non è certo la migliore.
Come ho già chiesto una volta: dire a
una donna che ha subito violenza che se l’è cercata è un modo per farle ancora
violenza, e allora a lei chi da il diritto di violentare ancora?