sabato 26 ottobre 2013

Siate affamati, siate folli


Caro Steve Jobs, noi questa frase la conosciamo bene. L’abbiamo presa come un mantra, abbiamo ispirato la nostra esistenza degli ultimi anni ad essa. Alcuni di noi sono convinti che sia stata un incitazione ad essere persone migliori e non ad essere semplicemente dei consumatori migliori (per la tua azienda).
Quante volte l’abbiamo letta dal nostro nuovo smartphone comprato a rate? O dal nostro bellissimo tablet, comprato sempre a rate grazie ad un’offerta sotto costo imperdibile?
Quello stesso smartphone che non era indispensabile, anzi, che non ci serviva proprio. Avevamo già un telefono perfettamente funzionante, ma era un po’ attempato. Non ci faceva stare bene. Non eravamo come gli altri con un telefono del genere. E allora abbiamo comprato l’ultimo modello possibile. Ovviamente a rate.
Quello stesso tablet che ci ha fatto impazzire per giorni perché non riuscivamo a capirne il funzionamento e poi, detto onestamente, la tastiera ha la sua comodità. Il tablet è davvero scomodo per una buona percentuale di quello che si deve fare. Serve per i giochi e poco più.
Un mio amico mi faceva notare che nei consigli di amministrazione delle grosse aziende l’attualità del modello del tablet è inversamente proporzionale all’importanza di chi lo impugna. Il vicedirettore usa un block notes. Il direttore neanche quello. Non ho capito se loro non sono affamati, non sono folli o non sono entrambe le cose.
Sì perché noi siano così, compriamo roba che non ci serve, che spesso arriviamo ad odiare cogliendone la schiavitù intrinseca senza potercela nemmeno permettere. Ma, per nostra fortuna, qualcuno ha inventato le rate.
Quelle stesse rate che ci hanno fatto dire “non posso andare a teatro stasera, costa troppo”, ed il costo, magari, era la metà di una rata. Così, quello spettacolo, ce lo siamo guardati dal tablet ultimo modello. Le emozioni non saranno state le stesse, ma pazienza. Del resto, si sa, sono sempre le stesse rate che ci hanno fatto rinunciare ad una cena con gli amici, ma tanto li possiamo sempre sentire attraverso un qualche social network a cui siamo sempre connessi attraverso il nostro smartphone.
Secondo Joachim Spangenberg “Nei Paesi ricchi il consumo consiste in persone che spendono soldi che non hanno, per comprare beni che non vogliono, per impressionare persone che non amano.
È vero, è schifosamente vero.
“Siate affamati, siate folli”
Ebbene, sì caro Steve, siamo esattamente come tu ci hai voluto. Affamati e folli.
Pensa che non solo siamo così affamati da non renderci neppure più conto che con i tuoi giocattoli stiamo mettendo la nostra mente in una sorta di anoressia emotiva, ma siamo anche così folli da idolatrare l’essere riusciti a diventare esattamente così.
Molti, già lo so, leggeranno storcendo il naso a queste mie parole perché sono convinti che possedere dei tuoi prodotti sia una scelta filosofica e non un semplice acquisto e che io sia blasfema nel mio scrivere queste cose adesso che non c’è neanche una ricorrenza particolare, ma, onestamente, non credo di aver bisogno di ricorrenze per scrivere questo.
Si, caro Steve, adesso siamo affamati e siamo folli ed io mi auguro che  tu, ovunque  sia, possa essere orgoglioso di noi perché io, onestamente, non mi sento molto orgogliosa di me.

P.S. Ti sto scrivendo da un netbook che usa l’altra piattaforma, il mio notebook vecchio di quattro anni è in riparazione a causa della ventola usurata perché funziona ancora benissimo e mi rifiuto di abbandonarlo e comunque anche lui non fa parte della tua squadra, per comprare uno dei tuoi tablet dovrei rinunciare a dieci del mio ed il mio telefonino è, sì della tua famiglia, ma è un modello di quasi sei anni fa e non viene più aggiornato. Potrai mai perdonarmi per essere così folle?



martedì 1 ottobre 2013

Evento editoriale dell'anno

Cari tutti,
come ormai saprete, giusto perché ho sfrantecato il sistema nervoso a chiunque mi si è avvicinato, ero in procinto di pubblicare il mio primo e-book.
Oggi è il gran giorno!
Il concorso a cui ho partecipato richiedeva di scrivere una storia d'amore ambientata in una notte parigina. Mentre leggevo il bando ho avuto l'ispirazione, così la storia di Claudio e Javier ha visto la luce del sole. Spero che possiate conoscerli anche voi ed affezionarvici. Io mi ci sono affezionata molto. Sono bravi ragazzi!
Naturalmente il merito di questa pubblicazione va alla Triskell Edizioni e lo potrete trovare al suo sito:

http://www.triskellevents.org/edizioni/tag/amnesie-a-paris/

E così, mentre voi leggete, io mi concentro su di una nuova storia, perché nella mia testa ce ne sono un po' troppe per rimanere solo lì.