Avevo promesso un aggiornamento che, purtroppo, è questo: "Aiutateci, ci stanno torturando. Stiamo morendo, aiutateci", lo ha detto Antonio Verrecchia, direttore di macchine, descrivendo le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere gli ostaggi, qualche giorno fa alla trasmissione Chi L'ha Visto di Rai3.
Le condizioni sono ancora più dure per gli altri marittimi italiani che sono stati trasferiti sulla terraferma e che rischiano di essere usati come scudi umani quando vengono avvistati militari in pattugliamento.
Naturalmente, da parte del nostro Ministro degli esteri ancora niente ...
Non dimentichiamoli!!!
giovedì 27 ottobre 2011
giovedì 20 ottobre 2011
Un'incazzata tra gli indignati (dedicato a KT)
Tutti siamo a conoscenza degli
scontri che ci sono stati a Roma sabato durante la manifestazione del movimento
detto degli Indignati. Una manifestazione che aveva carattere mondiale e che,
però, solo qui in Italia ha creato così tanti disordini. Cosa curiosa se si
pensa anche al posto in cui tutto questo è avvenuto: Roma non è esattamente una
città scarsamente avvezza a grandi raduni. Io non ero a manifestare, nonostante
penso sia evidente da quello che scrivo il mio condividere le ragioni della
protesta, ma ho assisto a tutto il casino di Piazza San Giovanni guardandolo in
tv. Ed anche in questi giorni ho cercato
di documentarmi guardando e leggendo tutto quello che sono riuscita a trovare
su questi fatti. Tutto questo al fine di trovare una risposta alla domanda che
da sabato mi assillava: PERCHÉ?
Ci tengo a precisare che quanto sto
per esporre sono solo le mie considerazioni del tutto personali e che non ho
alcuna prova a supporto di quanto dico, a parte i video circolati anche in tv e
la mia fantasia.
Intanto vorrei partire dalla
definizione di Black Bloc e, per far questo, vi faccio porre l’attenzione sulla
loro preparazione paramilitare. Al di là della loro incredibile capacità di
infiltrarsi all’interno dei cortei pacifici, avete notato la loro abilità nel
fare il casino più importante là dove c’è la maggior copertura televisiva? Nel
caso di sabato, non è stata la televisione (via satellite per altro così che ci
vedesse il mondo intero, sai mai che riuscissimo ad evitare una figura di …) a correre
verso i disordini, sono stati i disordini ad accadere in Piazza San Giovanni,
dove questa si era già istallata. Naturalmente non hanno cominciato in piazza,
no, ma sono (o si sono) fatti convogliare in piazza. Per riuscire a fare questo
non basta essere un cretino esaltato, no, è necessario essere preparati,
organizzati e guidati: in parole povere, bisogna essere una sorta di piccola
squadriglia militare. Lo hanno detto anche loro: si sono preparati in Grecia.
Ora, il quesito che mi pongo, e che
immagino si faccia un sacco di gente, è il seguente: come hanno potuto questi
mantenersi e provvedere a sé stessi mentre imparavano a fare i vandali urbani?
Possibile che questa gente, che dichiara apertamente di fare il manifestante di
professione, venga solo mantenuta dalle famiglie?
Sinceramente non ci credo. Secondo
me, e ripeto secondo me, hanno ben altre entrate. E intendo dire che c’è
qualcuno che li paga per fare il casino che fanno. Che sia Roma, Atene o
Genova.
Fateci caso: molti di loro neanche
erano italiani, e allora perché non hanno espresso la propria indignazione nei
loro paesi?
Pensandoci bene, credo che i
manifestanti si possano sostanzialmente dividere in tre gruppi: quelli
pacifici, quelli che sono lì apposta per fare danni e le “teste calde” che si
fanno coinvolgere dal primo o dal secondo gruppo a seconda della situazione (in
genere il secondo gruppo è quello che coinvolge più facilmente).
Allora ecco che si ritorna alla mia
prima domanda: PERCHÉ?
Insomma, possibile che questa gente
si sia svegliata ed abbia deciso, così senza un vero motivo apparente, di
venire proprio a Roma? Io, che sono una pazza visionaria paranoica ed anche un
po’ cospirazionista, non riesco a non pensare che qualcuno li abbia chiamati e
che loro si siano, sì alzati una mattina ed abbiano deciso di venire a fare
casino a Roma, ma solo dopo pagamento. Dai, voglio essere complottista fino in
fondo: questi sono dei mercenari.
A questo punto la domanda PERCHÉ?
assume un senso abbastanza chiaro.
Quando sono arrivati in piazza e lì
sono stati messi nella condizione di dare il meglio (o peggio a seconda dei
gusti) di sé hanno dato vita a scene abbastanza grottesche, facendo anche fare
la figura degli incompetenti alle forze dell’ordine. Scusate, ma vi sembra
possibile che un branco di ragazzetti siano meglio preparati delle forze
dell’ordine? In diretta ho visto la famosa scena del blindato dato alle fiamme.
Avete notato che i carabinieri sono riusciti a uscire dalla camionetta e sono
fuggiti praticamente indisturbati? Ho sentito una mia conoscente dire “eh, mica
ci si scaglia contro un collega”. Come dire che gli esagitati fossero in realtà
dei membri delle forze dell’ordine infiltrati. Io questo non lo so, però ho
notato una stranezza. Possibile che due poveretti di carabinieri, in fuga da un
blindato in fiamme, non vengono attaccati da duecento ragazzi? Faccio fatica a
credere che nessuno abbia dato un ordine ben preciso (quello giusto per mia
fortuna perché quei due carabinieri adesso sono dalle loro famiglie).
Dopo i disordini si sono scatenate le
reazioni della politica. Ed ecco che ho cercato ancora la risposta alla mia
solita domanda PERCHÉ?
Naturalmente gli schieramenti
parlamentari hanno cominciato a incolparsi vicendevolmente per quanto accaduto.
Ma non sono le stronzate di parlamentari a interessarmi. Quello che mi ha
incuriosito sono state le reazioni pratiche.
Dal lunedì sono partite le retate
dentro ai centri sociali e nei covi degli anarchici (ma quanti sono esattamente
gli anarchici? Qualcuno si è mai preso la briga di sapere quanti sono?). Dal
lunedì, perché ovviamente la domenica questi bravi ragazzi avevano di meglio da
fare: dovevano andare allo stadio. C’è da dire che non era una partita di
interesse particolare, era solo un derby, quindi perché mai aspettarsi dei
disordini? E, stranamente, non c’è stato alcun problema … Questo per dire, citando nuovamente quella mia
conoscente “che i veri capi mica si devono cercare lì, i veri capi sono molto
più vicini …”
Intanto l’estrema sinistra si è
subito messa a parlare di poliziotti-drughi. Io non sono d’accordo: il
poliziotto-drugo non è quello che si trova in mezzo al casino, bardato come un
cavaliere medievale, a lottare contro un branco di esagitati e la paura, no, il
poliziotto-drugo è quello che sfodera la sua violenza quando può farlo in
condizioni indisturbate, quando può agire senza rischi per se stesso. Il
poliziotto-drugo è quello che uccide un Federico Aldrovandi per intenderci.
Di solito, di fronte a manifestazioni
di piazza violente, il primo risultato che si ottiene visibile, è che la
manifestazione stessa viene messa in cattiva luce. Secondo la teoria per cui fa
più rumore un albero che cade che una finestra che nasce, va da sé, che i
disturbatori fanno comodo a chi vuole discreditare un intero movimento molto
più articolato e complesso. Se poi le cose degenerano fino al “morto” ancora
meglio: i manifestanti pacifici la volta seguente ci penseranno almeno due o
tre volte prima di scendere in piazza, spaventati da quattro idioti.
Questa volta, però, le cose non sono
andate così, perché i manifestanti, quelli veri, si sono schierati a fianco
delle forze dell’ordine. L’operazione non poteva riuscire, del resto era
prevedibile: c’erano troppe piazze coinvolte.
Ed ecco che tornava la mia prima
domanda: PERCHÉ?
Me lo sono chiesto fino a lunedì. Lunedì
il Ministro Maroni e il sindaco Alemanno hanno risposto a questa domanda. Ecco
a voi le misure che saranno adottate, con il plauso di alcuni parlamentari di
sinistra: arresto in flagranza differita, daspo anche per i
cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata
nelle manifestazioni e maggiori tutele giuridiche per gli operatori di polizia,
sospensione di ogni corteo per un mese a Roma. Nella pratica: più difficoltà di
difesa in sede di indagine, pagamento per i cortei, un nuovo reato (stranamente
ancora non si parla del reato di tortura), maggiore impunità per i poliziotti
(c’è da dire che chi si comporta correttamente non ne ha bisogno, ma aiuterà
molto i poliziotti-drughi), ed infine: limitazione del diritto di manifestare.
Leggendo queste disposizioni mi è venuta in mente una frase
tratta dal film “Star Wars III”: è
così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi.
Lo vedete anche voi il perché: queste sono prove
tecniche di regime. E forse neanche tanto prove.
Ma se è vero che fa più rumore un albero che cade
rispetto a una foresta che nasce è anche vero che noi respiriamo grazie alla
foresta. Queste prove tecniche non funzioneranno, non ci sperino.
domenica 16 ottobre 2011
La miracola (dedicato a Daniele Groff)
Credo
che tutti noi possiamo associare dei ricordi della nostra vita a canzoni
particolari e quello di cui ti voglio parlare oggi è la colonna sonora di un
piccolo miracolo. Il motivo per cui ho deciso di farlo adesso, senza che ci sia
una qualche ricorrenza particolare, lo capirai alla fine se avrai il tempo e la
voglia di leggere.
Tutto
iniziò nell’estate del 1999: avevo 23 anni ed una vita in brandelli che mi
faceva sentire “sempre strana e confusa”.
Quell’estate
mi trovavo nel nord della Francia per visitare le zone dello sbarco e non so
perché, ma ascoltando Everyday riuscivo a immaginare il soldato americano che,
dalle coste inglesi, scriveva alla fidanzata rimasta a casa in attesa del D
Day, pur consapevole che la canzone non centrasse niente.
Durante
quel viaggio conobbi AD: una ragazzina di 16 con tutte le ansie, le paure e le
insicurezze che solo a 16 anni si possono avere. Ricordo molto bene che io e
quella ragazzina non avevamo quasi nulla in comune, a parte la passione per i
libri, e chiacchierammo ascoltando Variatio 22. Non so dire perché, in fondo
tra me e lei c’erano 7 anni e quasi 400km a dividerci, lei nata a 60 kilometri
dalla Svizzera ed io bolognese doc, ma diventammo amiche. Non so neanche dire
quando, ma diventammo grandi amiche.
Nei
mesi successivi, a dispetto di tutto, quella amicizia crebbe e, quando arrivò
il 2001, AD ed io ci trovammo davanti ai primi grandi cambiamenti. C’erano cose
che non mi piacevano, se mi fossero piaciute sarei stata felice, e per questo
lasciai l’università. Per la seconda volta mi dovevo reinventare una
personalità. Intanto AD diventava maggiorenne e c’erano un sacco di mondi da
esplorare per crescere. Mentre Lory diventava quasi una terza amica, in quel
luglio nacque uno dei miei più grandi
amori, terra tra due fiumi: la mia nipotina.
Nel
frattempo AD cambiava città, scegliendo l’università, e incominciava una nuova
vita “da adulta”. Forse fu proprio allora, quando calò sia la distanza
anagrafica che quella geografica ed iniziarono i primi (e per ora soli)
battibecchi che la nostra amicizia ebbe una svolta, mutuandosi da grande
amicizia in Grande Amicizia, in mezzo a scelte sbagliate cercando amori che
avessero dipinta in blu quell’anima.
Nel
2005 arrivarono altre due grandi evoluzioni per noi: AD conobbe EI, ed io conobbi la seconda ingiustissima
realtà: la storia d’amore in cui credevo finì. Lui andò via, anche se non
sapevo il perché. Ricordo che era un giovedì notte e che mandai un messaggio ad
AD: il pomeriggio seguente era in stazione nella mia città. Prenotammo le ferie
assieme e lei lasciò a casa un fidanzato nuovo di zecca perché, per certe
esperienze, gli uomini o si limitano a uscire dall’mp3, oppure è meglio
incontrarli sul posto. Sfortuna mia: ci fu solo l’mp3.
Quell’estate
Ingiustissima Realtà mi accompagnò come un canto di speranza: non ero più la
ragazza sempre strana e confusa, ero una donna, che nonostante il momento
sapeva che avrebbe rivisto terra e sarebbe volata sopra ogni mistero, ogni
decisione presa contromano. Lei non me lo disse mai, ma sospetto che il suo
compagno di viaggio fosse Buon Compleanno dato che il fidanzato in quei giorni
compiva gli anni a migliaia di kilometri di distanza. Anche se sentiva la
mancanza di EI, non me lo fece mai pesare, perché, se anche sola camminava,
iniziava a camminare con lui.
Qualche
settimana fa ho letto su Facebook che avresti tenuto un concerto vicino a casa
mia. AD ed io non ci abbiamo pensato un minuto: l’occasione di sentire dal vivo
la colonna sonora della nostra amicizia era troppo ghiotta. E poi, detto tra
noi, era di venerdì quindi passare il week end assieme era una grande
opportunità. Inizialmente pensavo che saremmo andate solo noi due, ma EI ho
voluto accompagnarci: negli ultimi sei anni gli sei entrato nelle orecchie.
L’altra
sera abbiamo cantato tutto il tempo e per la prima volta mi sono resa conto di
quanto alcuni canzoni possano essere davvero la colonna sonora di un piccolo
miracolo: due donne lontane nel tempo e nello spazio possono crescere e
maturare diventando Grandi Amiche. Ora che siamo grandi e mostriamo le lacrime
senza vergogna, siamo anche in grado di apprezzarlo.
Dopo lo spettacolo ti ho detto solo grazie, e tu mi hai risposto “grazie a voi per essere venuti al concerto”. No, Daniele, grazie a te: per questi 12 anni, per questo miracolo. In attesa di una nuova grande svolta …
domenica 9 ottobre 2011
Milena la Murena
Tutti gli anni la stessa storia. Con
l’arrivo della stagione dell’acqua calda arrivano anche loro. A volte mi trovo
a sperare che il mare rimanga freddo per non doverli sopportare. È inutile, è
più forte di me: io i terresti non li sopporto proprio. Sono creature inutili.
Non sanno come ci si comporta in un ambiente civile, non hanno un briciolo di
educazione e di rispetto.
Tutte le volte è così: li sento
arrivare con quelle specie di conchiglie enormi che emettono un rumore
assordante e creano un sacco di bolle, come se la cosa non fosse di alcun disturbo
per noi, e quindi si tuffano. Guardare la loro mancanza di stile e di grazie mi
fa rigirare le pinne.
I terrestri non sanno neanche nuotare
bene: al posto delle pinne hanno delle lunghe protuberanze a cui attaccano
delle cose strane simili alle zampe palmate dei volatili di colori assurdi (i
terrestri hanno sempre colori assurdi) e che iniziano a muovere in varie
direzioni in modo scomposto. Nessuno sa come funzionano quelle strane zampe
perché se le mettono solo in acqua. Alcuni miei conoscenti mi hanno assicurato
di aver visto che quando tornano a riva se le tolgono. Devo dire che io sono
abbastanza lontana dai bassi fondi della riva e qui i terrestri arrivano solo
con le protuberanze e le conchiglie.
E poi bisognerebbe discutere del loro
comportamento. Anche quando non sono pericolosi, perché bisogna dirlo a chiare
lettere: i terrestri sono dei predatori ferocissimi, riescono ad essere sempre
e comunque inopportuni.
Intanto bisogna spiegare che queste
creature si dividono in tre categorie: quelli che arrivano giù con il fucile ed
ogni tanto devono riemergere (e sono quelli più pericolosi), quelli che ti
guardano dall’alto (ma io di questi ne ho visti davvero pochi) e quelli che
scendono e ti vengono a spiare e basta. Alcuni di questi hanno anche una strana
roba addosso nella schiena che fa emettere loro tante bolle (sempre quelle
odiose bolle). Devo dire che quelli che fanno le bolle riemergono molto meno di
quelli che non fanno quasi bolle. Con gli anni sono giunta alla conclusione che
fare le bolle serva loro per sopperire alla mancanza delle branchie. Sì perché
bisogna dire dei terrestri che sono pure sprovvisti di branchie, ma che,
nonostante questo handicap, continuano a venire a rompere le pinne a noi creature
che del mare ne siamo i legittimi abitanti. Vorrei vedere se anche noi
cominciassimo a salire a terra e a comportarci come si comportano loro con noi!
Ne ho visti alcuni che sparavano,
dico sparavano, ad un mio cugino non si sa bene per quale motivo. Lui non aveva
fatto niente di male: era uscito dalla mia tana dopo una visita di cortesia e
LORO si sono permessi di fare una cosa del genere. Fortunatamente non l’hanno
preso e sono dovuti tornare in superficie, ma per noi è stato davvero un brutto
colpo, voglio dire: abbiamo sfiorato la tragedia!
Anche quelli che non ci sparano
addosso non sono poi così simpatici. Loro, magari,si sentono buoni e bravi solo
perché non ci fanno del male fisico, ma sono così maleducati! Arrivano con dei
cilindri che emettono una luce fortissima e spiano nelle nostre tane come se a
noi dovesse fare piacere! Ma io dico!!! Ma che modi!!! Io mi permetto forse di
andare in casa loro a guardare dappertutto? Ma qualcuno si è mai preso la briga
di chiedere il permesso?
A me è capitato un paio di volte: una
volta ero in casa, ma stavo uscendo, e loro hanno sparato la luce dentro
facendomi rintanare anche di più per la paura. E loro che hanno continuato come
se niente fosse a illuminare la mia tana cercando, credo,di farmi uscire. Come
se io fossi nata ieri e cascassi facilmente in quei loro trucchetti idioti. Un’altra
volta, invece, ero fuori, stavo rientrando e me li sono trovati davanti alla
mia tana che sparavano dentro la luce. Fortunatamente non avevo nulla di valore
in casa, perché quelli, nella loro ignoranza, sono capaci di distruggere
qualunque cosa, e mi sono nascosta tra le poseidonie sperando di passare
inosservata. Speranza vana: mi hanno puntato la luce contro e mi hanno seguito
con lo sguardo fino a quando non sono andata a nascondermi nell’anfratto più
nascosto della mia tana.
A Otto, il polpo che abita sul
fondale sotto di me, hanno addirittura tolto il tetto dalla tana! E pensare che
lui ci aveva messo almeno due giorni per costruire la sua tana in quel modo e
doveva ancora finire di arredarla! Era proprio depresso, la sua sola
consolazione è stata che non si gli hanno fatto del male. Perché i terrestri
sono capaci di arrivare qui, distruggerti la tana e quindi cercare di
ucciderti. E se provi a difenderti ti senti pure dire che sei un animale
pericoloso! Perché loro cosa sono allora?
Io posso anche capire che la terra
non sia bella come il mare e che anche loro sentano la necessità di godere un
po’ delle nostre meraviglie, ma faccio presente che nessuno di noi è salito in
superficie a guardare il loro modo di vivere. Tutti quelli che sono saliti
l’hanno fatto a causa loro e quasi nessuno è più tornato. E di quei pochi
nessuno è tornato sano. Nella migliore delle ipotesi i superstiti alla terra
arrivano che sono impazziti, ma non hanno problemi fisici. Altrimenti tornano
feriti anche fisicamente, e spesso di questa esperienza ci muoiono. Dicono che
la terra sia un posto orribile dove non è possibile respirare e solo se si
è molto fortunati si sopravvive.
Io credo che sarebbe ora che noi
creature del mare, di fronte a questo scempio, iniziassimo a ribellarci e a
imporre maggiore educazione e rispetto nei nostri confronti.
Arrivano le Baby Stories
Da oggi inserirò anche qualche racconto per bambini: li ho scritti nel corso degli anni per divertimento insieme ai miei nipoti... Fatemi sapere se vi piacciono!
martedì 4 ottobre 2011
Nessuna Pecora, Tutti Leoni
Tutti colpevoli
Nessun colpevole
Tutti meritevoli
Tutti meritevoli
Nessun merito
Tutti vincitori
Nessuna vittoria
Tutti onorati
Tutti onorati
Nessun onore
Tutti debitori
Nessun debito
Tutti sconfitti
Nessuna sconfitta
Tutti sconfitti
Nessuna sconfitta
domenica 2 ottobre 2011
Alla ricerca di ospitalità
Inoltro questa piccola richiesta fatta da una mia amica. Chiunque potesse esserle di aiuto si faccia vivo che vi metterò in contatto.
Potete contattarmi nei commenti qui sotto oppure alla mia mail personale: veliarizzolibenfenati@hotmail.it
Grazie a tutti!!!
Siamo un gruppo di genitori di ragazzi affetti da AUTISMO e stiamo cercando di organizzare week end e soggiorni per loro. Cerchiamo strutture religiose, case per ferie, o ospitalità che non siano troppo costose visto che dobbiamo pagare anche la presenza e l'ospitalità per gli assistenti. Ogni suggerimento o idea sarà graditissima. ♥
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