giovedì 26 maggio 2011

50 anni di diritti umani

"Aprite il vostro quotidiano un qualsiasi
giorno della settimana e troverete la
notizia di qualcuno, da qualche parte
del mondo, che è stato imprigionato,
torturato o ucciso poiché le sue
opinioni e la sua religione sono
inaccettabili per il suo governo. Ci sono
milioni di persone in prigione in queste
condizioni, sempre in aumento.
Il lettore del quotidiano percepisce un
fastidioso senso d’impotenza. Ma se
questi sentimenti di disgusto ovunque
nel mondo potessero essere uniti in
un’azione comune qualcosa di efficace
potrebbe essere fatto”.
(Peter Benenson," I prigionieri dimenticati", The Observer, 28 maggio 1961)

domenica 15 maggio 2011

A.A.A. CERCASI IDEE

Aiuto. In questo momento ho la testa completamente vuota manco mi fossi sottoposta a una cura intensiva di Grande Fratello. Cerco idee. Conto su di voi. Grazie!!!
P.S. Se, eventualmente, siete poveri di idee, ma avete un cospicuo conto in banca, accetto anche assegni, bonifici e affini...

domenica 8 maggio 2011

revisionismo ballettistico-letterario

Come ormai tutti sapete ho una malsana passione per il balletto, e così, quando mi capita di assistere ad una coreografia tratta da un romanzo ho l’abitudine di leggere prima il libro sperando di capire meglio il contenuto.  A volte tutto ciò non avviene, ma dubito che la colpa sia sempre dello scrittore o del coreografo. Spesso la causa di tutto questo è da cercarsi nei miei ammaccati e insonni neuroni. Ma della mia stupidità ne parleremo in un’altra occasione perché oggi non ho voglia di abbassare la mia autostima.
Oggi vi voglio raccontare delle opere narrative legate agl’ultimi due balletti tratti da romanzi che ho visto, vale a dire Eugene Onegin e Manon Lescaut.
Naturalmente intendo fare tutto questo a modo mio facendo un po’ di revisionismo ballettistico letterario. Del resto se un professore universitario si può permettere di dire che a Cernobyl ci sono stati solo 51 morti, un alto prelato può negare l’Olocausto e un Ministro della Difesa può non sapere chi è un dittatore europeo, allora io credo di avere tutte le carte in regola per fare un po’ di sano revisionismo ballettistico letterario. E di sapere che sono storie di epoche diverse non me ne frega una cippa.

Rivediamo un po’ le trame in modo rapido:

MANON LESCAUT

Manon è una figura molto moderna, infatti fa la escort. Al giorno d’oggi con la sua bellezza, le sue conoscenze e le sue remore morali farebbe sicuramente carriera in politica. Purtroppo, per lei, conosce un certo Des Grieux: un essere pseudo inetto di dubbia moralità convinto, però, di essere un genio pieno di risorse e di profonda rettitudine. Per tutto il libro questo deficiente ci spiega quanto lo faccia soffrire barare al gioco, uccidere e truffare, senza mai porsi il problema di come fare a trovare un lavoro degno di questo nome. Ogni tanto si permette pure di andare a rompere li santissimi gabassisi anche a un suo caro amico che prova ad essere una persona normale e che si trova a prestargli tanti di quei soldi manco fosse il Fondo Monetario Internazionale. Detta in parole povere: De Grieux sarebbe perfetto per il Grande Fratello, peccato sia nato dalla penna di uno scrittore vissuto molto prima della nascita di questa meravigliosa trasmissione che tanto da all’italica deficienza.
Purtroppo la donna non riesce a liberarsi di questa palla al piede nonostante i suoi ripetuti tentativi. Infatti la nostra eroina scappa spesso con uomini più ricchi, intelligenti, interessanti e anche, aimè, vecchi dello sfigato. Vista la sua propensione al vivere nella miseria al giorno d’oggi sarebbe perfetta come ministro, peccato che la palla al piede torna sempre a riprendersela (sospetto che anche Marra si sia ispirato alle loro vicende per il suo capolavoro). Tra questi cito solo i più famosi: il signore di B (ma cosa avete capito?! Ho detto il signore DI B e NON il signor B!), il signore di G.M. ed il figlio (che chiamerei per convenzione PierSignorediGM). Saranno questi ultimi due a creare non pochi problemi alla coppia, dimostrando una certa mancanza di senso dell’umorismo. Alla fine la povera ragazza, invece di ottenere ciò che le spetta (vale a dire una carica istituzionale) viene mandata al confino in Louisiana sempre perseguitata da Des Grieux (che a questo punto si potrebbe anche denunciare per stalking), e lì rimane fino alla sua triste fine.

EUGENIO ONEGHIN

Oneghin è un bravo ragazzo di Pietroburgo che si gode la vita come può: va a teatro, frequenta gli amici e si dedica allo sport nazionale, il libertinaggio. Passa le sue giornate senza fare del male a nessuno insomma. Un brutto giorno scopre che uno zio ricco sta morendo e che deve ereditare un bel gruzzolo. Il motivo per cui sono solo gli altri ad avere degli zii che lasciano cospicue eredità resta per me un mistero, ma di questo ne parlerò un’altra volta.
Una volta raggiunta la campagna dove lo zio è morto il ragazzo si ferma per un po’ e qui gli capita di fare quello che capita a chiunque viva una vita sociale normale e si trova rinchiuso nel mezzo del nulla, soprattutto se si considera che il povero Oneghin vive in un periodo in cui non ci sono né internet, né la tv: si annoia da morire. Ad infliggere un ulteriore tortura al povero sistema nervoso del nostro eroe interviene un giovane poeta: Lenski.  Questo Lenski è la classica persona “sensibile”, fa parte cioè di quella categoria di persona che riescono ad offendersi per un nonnulla (proprio in quanto sensibile), ma che non vedono il prossimo neanche se gli dai un binocolo. Lenski è talmente sensibile che non si renderebbe conto neanche se uno gli pagasse un appartamento. Uno così non è buono neanche per ricavarci un sottosegretario, figuriamoci il protagonista di un romanzo romantico. Infatti ci liberiamo in fretta della sua presenza, ma procediamo con ordine. Il mentecatto passa il suo tempo a sfrantecare le noccioline del nostro eroe raccontandogli del suo grande amore per Olga una donzella che abita vicino a loro. Non contento di tutto questo pensa anche bene di invitare il nostro eroe ad una festa, dove gli presenta la sorella di Olga, una certa Tatjana che si prende una delle imbarcate più pesanti della storia della letteratura. La fanciulla, che deve aver letto solo i libri di Moccia, si comporta come un personaggio di questi tomi e gli scrive una letterina strappalacrime. Ma il nostro eroe, che deve aver letto anche Marra oltre a Moccia, sa come difendersi invece di strapparsi le lacrime, strappa la lettera stessa. Poi per far capire meglio il concetto si mette a fare l’asino con Olga mandando in bestia Ilsensibile che lo sfida a duello. Esiste, però, una regola di vita importante: mai sfidare a duello una persona se non sei sicuro che questa non abbia la mira di un tiratore scelto. Almeno informati prima. Lenski no. Lui va avanti per la sua strada. Infatti viene trasformato in polvere e presto, giustamente, dimenticato. Oneghin scappa e di lui non si sa più niente fino a quando non incontra nuovamente Tatjana che nel frattempo ha sposato un principe (hai capito la santarellina? Mica sposa un cassaintegrato della Lada!) e che lo manda definitivamente a …

REWIND 

A meno che non stia davvero pensando solo a te … (no aspettate, Vasco non centra, quello al massimo lo demolisco l’anno prossimo dopo lo spettacolo alla Scala)
Vabbè che dicevo?
E se il finale fosse un po’ diverso?
Vediamo se mi capite: mettiamo che Oneghin, una volta ricevuta la cartolina di invio senza ritorno da Tatjana, fosse andato in Louisiana a farsi un giretto e a prendersi un po’ di caldo e qui avesse incontrato Manon e Palla? Cosa sarebbe successo? Nella mia povera mente immagino un Oneghin che vede Manon e ci fa un pensierino (chiamalo scemo) e Manon che vede Oneghin e pensa “però: questo è ricco, intelligente, interessante e neanche troppo vecchio, se pò fa’dài! ”. Potrebbe anche essere no? A questo punto MisterGrandeFratello potrebbe anche innervosirsi e, siccome è una persona di una certa moralità, potrebbe decidere di sfidare a duello il mio eroe. A questo punto il finale è chiaro. Oneghin farebbe quello che tutti noi vorremmo fare con i concorrenti del Grande Fratello: lo eliminerebbe. Fisicamente intendo. E questo provocherebbe sommo gaudio a tutti noi.
Magari scapperebbero insieme. Vivendo felici e contenti dilapidando il patrimonio dello zio che tanto è defunto e non saprebbe cosa farsene.
E voi cosa ne pensate? Non sarebbe questo un bel lieto fine?